E ora l’Italia scommette sull’Africa

E ora l’Italia scommette sull’Africa
18 maggio 2016

L’Italia intende “scommettere sull’Africa” con un investimento di lungo periodo. L’ha affermato il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni in un intervento pubblicato oggi sulla Stampa, in concomitanza con l’apertura della Conferenza Italia-Africa. “L`Africa è ad un bivio”, scrive il capo della diplomazia italiana. “Preoccupazioni e speranze – continua Gentiloni – si rincorrono in quello che non è più il ‘continente perduto’. Nel nuovo secolo l`Africa ha fatto registrare progressi significativi”. Il ministro ha notato come istruzione e sanità siano migliorante, come sia “cresciuto il ruolo delle donne” in diverse società africane e come molti Paesi siano diventati più stabili e abbiano sperimentato una crescita economica sostenuta. Accanto a questi fattori positivi, tuttavia, è anche “cresciuta la minaccia del terrorismo, alimentando la spirale del fallimento degli Stati; e la spinta migratoria si è impennata”. Inoltre, l’Africa è anche soggetta a un boom demografico. “(…) entro il 2050 la popolazione africana raddoppierà, raggiungendo i due miliardi e mezzo di persone”. Per questo motivo, “costruire opportunità economiche per le nuove generazioni è la chiave per evitare rischi di instabilità sociale e di radicalizzazione”.

E questa evoluzione, ha precisato il ministro, “ci riguarda, oggi come non mai”, perché “senza una stretta cooperazione con l`Africa, infatti, non è più possibile affrontare efficacemente questioni globali come terrorismo, flussi migratori, sicurezza energetica, traffici illeciti e cambiamenti climatici”. Considerato tutto questo, ha affermato il capo della Farnesina, “l`Italia ha scelto di scommettere sul futuro dell`Africa attraverso un investimento di lungo periodo sulla sostenibilità”. Innanzitutto, sulla “sostenibilità della sicurezza e della pace”: dalla stabilizzazione della Libia a quelle della Somalia e del Corno d’Africa. In secondo luogo sulla “sostenibilità dello sviluppo economico”. A fronte delle difficoltà dovute al ribasso dei prezzi delle materie prime, ha spiegato il ministro, “servono riforme strutturali per modernizzare l`agricoltura, gestire l`urbanizzazione, diversificare il sistema produttivo e incrementare il commercio intra-africano”. L`Italia – ha precisato Gentiloni – ha un ruolo rilevante da giocare: “Sulla scia dell`esperienza di Expo Milano, le nostre imprese potranno contribuire all`integrazione dell`agricoltura africana nelle catene globali del valore e favorire una ‘rivoluzione verde sostenibile’. Così come sarà decisivo il ruolo della cooperazione italiana e delle migliaia di volontari che fanno vivere i progetti”.

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In terzo luogo, sulla “sostenibilità dei flussi migratori”. Tra il 2010 e il 2015 due milioni di africani sono arrivati in Europa, con un incremento del 10,3% rispetto al quinquennio precedente. “Siamo di fronte ad un fenomeno globale – ha notato il ministro – che va affrontato con una strategia coerente. Ecco perché l`Italia è orgogliosa di essere impegnata da anni nel salvataggio di vite umane nel Mediterraneo. Ecco perché abbiamo proposto il ‘Migration Compact’, la cui idea di fondo è creare una partnership di lungo periodo con l`Africa, anche attraverso forme innovative di sostegno e finanziamento, chiedendo in cambio ai Paesi africani un più efficace controllo delle frontiere e una maggiore cooperazione in materia di rimpatri”. Red. Pol.

 

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