Il 23 maggio l’Italia celebra i 60 anni dalla nascita di uno dei suoi artisti più controversi e innovativi, Andrea Pazienza, tragicamente morto per overdose il 16 giugno 1988 a soli 32 anni. Disegnatore, scrittore, pittore, Pazienza ha rivoluzionato il mondo del fumetto e della narrazione, coniugando l’arte in tutte le sue forme. Nelle sue vignette come nelle sue storie – da Zanardi a Pompeo, da Pentothal a Pertini, da Francesco Stella all’Investigatore senza nome – ha affrontato e stravolto le regole abbattendo una serie di confini e di autocensure. La sua importanza e popolarità avanzò parallelamente alla sua arte e, forse, anche oltre, al punto che si autodefiì “una rockstar”. Nato a San Benedetto del Tronto, nelle Marche, il 23 maggio 1956, figlio di un insegnante di educazione artistica, Andrea Pazienza cresce in Puglia nella città natia del padre, San Severo. A dodici anni va a studiare a Pescara – pur senza staccarsi mai da San Severo e dagli amici di sempre – dove stringe amicizia col grande autore di fumetti Tanino Liberatore. Inizia a disegnare i suoi primi fumetti e a dipingere: nel 1973, a 17 anni, espone i suoi lavori in mostre collettive e personali. Nel 1974 la svolta: si iscrive a Bologna al Dams che frequenta saltuariamente e che lascia a due esami dalla laurea. Vive in pieno e con fervore gli anni della contestazione bolognese legata al movimento studentesco del ’77 e li inserisce come sfondo nel suo primo fumetto, quello che lo rivelerà al mondo, ‘Le straordinarie avventure di Pentothal’, pubblicato su Alter Alter nel 1977.
In quello stesso anno con Filippo Scozzari entra a far parte del gruppo che realizza la rivista ‘Cannibale’ fondata da Stefano Tamburini e Massimo Mattioli a cui si unirà in seguito anche l’amico Tanino Liberatore. Da quel momento Andrea Pazienza diventa uno dei disegnatori di fumetti più popolare e attivo: dal 1979 al 1981 collabora col settimanale di satira ‘Il Male’. Poi, nel 1980, fonda col gruppo del ‘Cannibale’ e con Vincenzo Sparagna il mensile ‘Frigidaire’ sulle cui pagine compaiono le prime storie di Zanardi. Malgrado amasse definirsi “pigro e sfaticato”, Pazienza era tutt’altro: in pochi mesi, i primi di vita della rivista, realizza soggetti e disegni per decine di storie in bianco e nero, a colori, e con tecniche miste. Inoltre inventa e disegna storie di personaggi diventato famosissimi: Francesco Stella, L’investigatore senza nome, Pertini (per un albo speciale che, assicurò. aveva “disegnato in tre giorni”). Il “pigro” Paz, nel frattempo, realizza anche copertine di dischi, un calendario, alcuni poster e spot grafici. In questi anni disegna tantissimo e si dedica anche all’insegnamento. Pazienza firma anche manifesti cinematografici di alcuni film: ‘La cittaà delle donne’ di Fellini del 1980, ‘Lontano da dove’ di Stefania Casini e Francesca Marciano nel 1983, copertine di dischi (‘Robinson’ di Roberto Vecchioni e ‘Sos brothers’ di EnzoAvitabile). Pazienza e’ molto attivo anche come pittore ed espone nuove opere nel 1982 e 1983. In quest’anno espone presso la galleria milanese Nuages e alla mostra Nuvole a go-go presso il Palazzo delle Esposizioni di Roma (con Francesco Tullio Argan e Pablo Echaurren). Per Pazienza sono anni di grande fama e di eccessi. Si avvicina alle droghe e, in particolare all’eroina, cosa che gli costa il marchio di ‘tossico’ e gli crea molti problemi personali e professionali. Nel 1984 sembra iniziare una nuova vita: si trasferisce a Montepulciano e apparentemente disintossicato, nel giugno 1985 conosce la fumettista Marina Comandini che sposa l’anno dopo. Nel 1986 è attivissimo: collabora con le più importanti riviste italiane del fumetto, da ‘Linus’ a ‘Frizzer’ (di cui e’ uno dei fondatori), da Frigidaire a Tempi Supplementari, da Tango (supplemento del quotidiano L’Unita’) a Zut diretta da Vincino e Comic Art diretta da Oscar Cosulich. Nella notte del 16 giugno 1988 muore per overdose a Montepulciano (anche se le cause precise della morte non furono rese note). E’ sepolto nel cimitero si San Severo.