Trump: no ad accordo sul clima, sì a trivellazioni e maxioleodotto

Trump: no ad accordo sul clima, sì a trivellazioni e maxioleodotto
27 maggio 2016

di Giuseppe Novelli

Vuole cancellare l’accordo sul clima di Parigi, permettere la costruzione dell’oleodotto Keystone XL in cambio di una “grossa fetta dei prodotti” per gli americani e nuove trivellazioni al largo delle coste atlantiche. Ieri, davanti a una conferenza di industriali in North Dakota, pochi minuti dopo aver celebrato la conquista dei 1.237 delegati necessari per ottenere la nomination repubblicana, secondo i nuovi calcoli dell’Ap, Trump ha esposto il piano energetico che intende applicare se diventerà presidente degli Stati Uniti. Un piano in gran parte modellato dal consigliere Kevin Cramer, un deputato statunitense proprio del North Dakota. Trump ha ringraziato per i consigli l’imprenditore petrolifero Harold Hamm, che lo ha introdotto sul palco insieme a Cramer. Michael Brune, direttore esecutivo del Sierra Club, gruppo ambientalista statunitense, ha commentato al Guardian: “Non ho mai sentito più contraddizioni in un’ora di quelle ascoltate durante il suo discorso”. Secondo Brune, il discorso di Trump è stato “una raccolta confusa di argomenti chiave dell’industria petrolifera”. Nel suo discorso, Trump non ha direttamente parlato del cambiamento climatico prodotto dall’uomo, che in passato ha definito un’invenzione dei cinesi per rendere meno competitiva l’industria manifatturiera statunitense (salvo poi sfruttare le conseguenze del cambiamento climatico come motivo per chiedere l’autorizzazione a costruire una barriera costiera che difenda i suoi campi da golf in Irlanda, ndr), ma ha pronunciato degli attacchi velati a chi è preoccupato per il riscaldamento globale.

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Dopo la promessa a uscire dall’accordo di Parigi sul cambiamento climatico, che punta essenzialmente a limitare l’aumento della temperatura globale al di sotto di 2 gradi Celsius e ad adoperarsi per non superare un aumento di 1,5 gradi, Trump ha promesso di lavorare solo con “ambientalisti che abbiano in agenda solo la protezione della natura” e di “concentrarsi sui problemi ambientali veri, non quelli fasulli”. Un approccio diverso da quello della probabile rivale per la Casa Bianca, Hillary Clinton, il cui piano per l’ambiente è stato da lui definito “un programma per espandere la povertà”. Trump ha poi attaccato le fonti di energia rinnovabili, affermando che l’energia solare è troppo costosa e che le turbine eoliche “uccidono le aquile”. A proposito del controverso oleodotto Keystone XL, che trasporterebbe negli Stati Uniti il petrolio estratto dalle sabbie bituminose dell’Alberta, in Canada, ha detto che la sua costruzione, sostenuta dai repubblicani, può essere permessa in cambio di una “fetta significativa” dei profitti. La costruzione dell’oleodotto è stata bocciata lo scorso novembre dall’amministrazione Obama dopo anni di discussioni. E già pensa alla Casa bianca. “È possibile che valuti la possibilità di una vice donna o di un membro di una minoranza”, detto il candidato repubblicano alle presidenziali del prossimo novembre, avendo superato il numero di delegati necessari per assicurarsi la nomination alla convention di luglio.

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