E’ stata presentata la 13a indagine nazionale a campione sulle tariffe e carte dei servizi del 2013 del servizio idrico integrato, realizzata dal Creef – Centro ricerche economiche educazione e formazione Federconsumatori. Dal monitoraggio effettuato nelle 112 citta’ capoluogo emerge che per una famiglia di 3 persone, per un consumo annuo pari a 150 metri cubi, la spesa media ammonta nel 2013 a 241 euro annui. Cio’ significa che il servizio idrico integrato costa mediamente 1,60 euro per metro cubo di acqua misurata. Le citta’ piu’ care si trovano in Toscana: si tratta di Pisa (381 euro), Siena e Grosseto (379 euro). Seguono Enna (369 euro), Prato, Pistoia e Firenze (365 euro), Livorno (362 euro), Urbino e Pesaro (359 euro). Le citta’ meno care, invece, sono Isernia (86 euro), Milano (88 euro), Cosenza (110 euro), Campobasso (126 euro), Monza (128 euro), Alessandria (129 euro), Varese (132 euro), Imperia (133 euro), Catania e Como (138 euro). La macroarea con la bolletta piu’ elevata e’ il centro Italia, seguita dal Nord Est. Seguono ancora il Sud e le isole e infine il Nord Ovest.
Nell’ultimo biennio emerge un aumento medio nelle citta’ capoluogo di provincia approvato dall’Aeegsi pari al +6,3%, per un importo medio di +15 euro (a fronte di richieste avanzate dalle Ato all’Aeegsi di aumenti del Theta 2013 del +11,9%). Tra gli aumenti 2013 riconosciuti fino ad ora dall’Aeegsi (su 61 citta’) quello piu’ elevato si registra a Lecco (+13,4%), quello piu’ contenuto a Monza (+0,2%). Se si allarga il confronto con la bolletta del 2000, l’aumento risulta del +67%, mentre l’indice dei prezzi e’ stato del +30%. L’aumento medio della bolletta nell’ultimo decennio e’ stato il doppio rispetto alla crescita dell’inflazione. Per quanto riguarda il rimborso medio della remunerazione del capitale investito per il periodo dal 21 luglio al 31 dicembre 2011 (per le 45 citta’ che hanno partecipato alla nostra indagine ed escludendo le citta’ che all’epoca applicavano le tariffe Cipe), il valore medio della restituzione e’ al momento pari a 2,7 euro ad utente. In merito alle carte dei servizi, emergono forti differenze tra le 81 province analizzate: dai 2 giorni per ‘l’esecuzione dell’allacciamento’ di Benevento ai 126 giorni dell’acquedotto pugliese (al netto di eventuali autorizzazioni), con un tempo medio di 36 giorni.
Il ‘tempo di attivazione massimo della fornitura’ varia da un giorno (a Benevento) a 60 giorni (a Cosenza), con una media nazionale di 9 giorni. Nel 92% dei casi e’ prevista un’indennita’ se non viene rispettata la tempistica di attivazione della fornitura. I tempi di rettifica di fatturazione vanno dai 2 giorni di Padova (Acegas) ai 252 giorni dell’acquedotto pugliese. Forti differenze si verificano anche negli standard sulla verifica della pressione e nella risposta ai reclami scritti (senza sopralluogo): dal giorno stesso di Alessandria ai 63 giorni di Belluno. Sulla ricerca programmata annua delle perdite nei chilometri di rete vi e’ ancora molto da fare: va dal 40% ad Asti, al 20% a Bologna (Hera), Udine, Terni, per l’acquedotto pugliese e lucano. L’entita’ dei rimborsi (indennizzi) per inadempimenti contrattuali ammonta dal minimo a 2 euro per l’acquedotto lucano, a 50-500 euro per metropolitana milanese. Per quanto riguarda, infine, la tipologia dei reclami, quelli piu’ diffusi riguardano gli inadempimenti contrattuali (23%) il mancato rispetto degli ‘standard’ di servizio (22%) ed errori di fatturazione (21%). Le grandi disomogeneita’ degli standard applicati nelle carte dei servizi richiede da parte dell’Aeegsi la definizione di standard omogenei da raggiungere anche per tappe attraverso il forte coinvolgimento dei consumatori.