E’ perfettamente riuscito il test sulle tecnologie necessarie a costruire un osservatorio spaziale per le onde gravitazionali. Anzi, i risultati sono andati al di là delle aspettative degli stessi scienziati. La missione della sonda LISA Pathfinder – realizzata dall’Esa con il fondamentale contributo dell’Agenzia Spaziale Italiana, dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare e dell’Università di Trento -, ha infatti raggiunto pienamente il suo obiettivo, dimostrando la fattibilità tecnologica della costruzione del futuro osservatorio spaziale per onde gravitazionali. In particolare, il team scientifico di Lisa Pathfinder, precorritrice tecnologica dell’osservatorio spaziale di onde gravitazionali pianificato dall’Esa come terza grande missione nel suo programma scientifico Cosmic Vision, ha verificato la possibilità di mettere delle masse di prova in caduta libera nello spazio interplanetario, con una precisione – mai raggiunta in precedenza – che sarà indispensabile per il funzionamento dell’osservatorio gravitazionale.
In particolare, all’interno di della sonda – spiega l’Infn – sono state poste due masse di prova identiche (due cubi di oro-platino di 2 kg ciascuna e di lato 46 mm) a una distanza di 38 cm, circondate da un vettore spaziale, che ha il compito di schermare i cubi dalle influenze esterne e che aggiusta la sua posizione continuamente per evitare di toccarle. L’aspetto cruciale dell`esperimento infatti è aver posto le masse in caduta libera, monitorando che si muovano sotto l`effetto della sola gravità, poiché anche nello spazio diverse forze – come il vento solare o la pressione di radiazione della luce solare – disturbano le masse di prova e la navicella. I risultati dei primi due mesi di attività scientifica della missione dimostrano che le due masse di prova a bordo della navicella sono in caduta libera nello spazio sotto l’azione della sola gravità, del tutto indisturbate da altre forze esterne, e quindi praticamente immobili l`una rispetto all`altra. Questo risultato è stato ottenuto con una precisione cinque volte maggiore di quella richiesta in fase di progetto. In un articolo pubblicato oggi da Physical Review Letters, il team scientifico ha dimostrato che l’accelerazione relativa tra le due masse di prova è più piccola di dieci milionesimi di un miliardesimo (10-14) dell`accelerazione di gravità sulla Terra.