Orlando, afgano spara in un club gay: almeno 50 i morti. Il padre del killer: ha visto due uomini baciarsi

Orlando, afgano spara in un club gay: almeno 50 i morti. Il padre del killer: ha visto due uomini baciarsi
12 giugno 2016

Potrebbe trattarsi di un attentato di matrice islamica. A poche ore dall’uccisione al termine di un concerto di Christina Grimmie, la città di Orlando, Florida, torna al centro delle cronache. La polizia parla di 50 morti e 53 persone rimaste ferite dai colpi di un uomo che ha aperto il fuoco all’impazzata in un club gay nel centro della città. L’attentatore, armato di un fucile d’assalto, si sarebbe barricato all’interno del locale, il Pulse, e avrebbe preso ostaggi (circa 30) con sé prima di restare ucciso in un conflitto a fuoco con la polizia che avrebbe fatto irruzione nella discoteca. L’uomo è stato identificato come Omar Mateen, uno statunitense di origine afgana. L’Fbi aveva dichiarato in precedenza di star indagando sull’ipotesi che si trattasse di terrorismo e aveva ventilato la possibilità che l’assassino avesse simpatie islamiste. “La terribile strage avvenuta ad Orlando, con un numero altissimo di vittime innocenti, ha suscitato nel Papa Francesco e in tutti noi i sentimenti più profondi di esecrazione e di condanna, di dolore e di turbamento di fronte a questa nuova manifestazione di follia omicida e di odio insensato. Il Papa Francesco si unisce nella preghiera e nella compassione alla sofferenza indicibile delle famiglie delle vittime e dei feriti e li raccomanda al Signore perché possano trovare conforto”. Lo ha detto padre Federico Lombardi.

“Ero lì. Un uomo ha iniziato a sparare intorno alle 02:00 di notte (ora locale). La gente sulla pista da ballo e il bar si è buttata a terra e alcuni di noi che erano là vicino sono riusciti a raggiungere l’esterno”, ha scritto un uomo, Ricardo J.Negron Almodovar su Twitter raccontando l’accaduto. “Siamo corsi fuori. Io sono sano e salvo a casa. Spero che anche gli altri stiano bene”. Fuori dal club, poco prima della notizia della morte dell’aggressore, era stata sentita una forte esplosione, probabilmente una bomba fatta brillare dalla polizia che era sul luogo dell’attacco con i cani anti-bomba. L’uomo, oltre al fucile, aveva una pistola e un ordigno esplosivo. Un secondo ordigno è stato ritrovato nella sua auto. Mentre si cercano di raccogliere informazioni sull’assalitore e sui motivi del gesto, l’Fbi ritiene che l’uomo avesse legami con ambienti vicini all’estremismo islamico. ”

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Per le sue caratteristiche, possiamo classificare questo come un atto terroristico. Che sia nazionale o internazionale, è qualcosa sulla quale dobbiamo investigare”, ha spiegato in conferenza stampa Danny Banks, del Dipartimento della Florida. Alla domanda se ci sono motivi per credere che ci siano connessioni con il terrorismo islamico, l’agente speciale dell’Fbi Ron Harper ha risposto che si sta investigando in “ogni direzione”. “Abbiamo sospetti che ci fanno credere che ci siano collegamenti, ma non possiamo esserne certi”, ha aggiunto. Il padre di Omar Mateen, il trentenne di origini afgane che avrebbe sparato in un club gay è stato contattato dai media americani e ha raccontato che il figlio era furioso dopo aver visto due uomini che si baciavano e che i suoi atti non hanno “nulla a che fare con la religione”. “Chiediamo scusa per l’intero incidente. Non eravamo consapevoli di quello che stava per fare, siamo scioccati come l’intero paese”, ha detto ancora Seddique Mateen. (Con fonte Afp)

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