Due recenti scoperte dei giovani ricercatori dell’Istituto per lo studio dei materiali nanostrutturati del Cnr di Palermo giustificano la candidatura del centro a diventare sede del nuovo Istituto per il solare e la bioeconomia. La prima scoperta riguarda il futuro della vaniglia, l’aroma più utilizzato al mondo in migliaia di prodotti. Pochi sanno che meno dell’1% dell’aroma in commercio è estratto naturale dalla bacca di orchidea del Madagascar: costa 2.200 dollari al chilo e viene utilizzato da pochi stellatissimi pasticceri. Nei cibi comuni si trova invece la vanillina, sintetizzata dall’industria chimica in 12 mila tonnellate l’ anno da un derivato del petrolio, l’isoeugenolo, disciolto in un solvente. La bustina sparsa sulla torta fatta in casa costa meno di 2 dollari. Invano, finora, chimici di tutto il mondo hanno cercato di sviluppare un processo alternativo condotto in acqua. Adesso il team del Cnr di Palermo guidato da Rosaria Ciriminna ha pubblicato su “ChemistrySelect” una ricerca che può segnare una svolta.
È possibile convertire in vanillina l’acido ferulico, un polifenolo presente nella ferula, pianta comunissima in Sicilia: è il “finocchietto selvatico”, usato per la pasta con sarde, scrive La Sicilia. Ma troviamo l’acido ferulico anche nell’acqua di vegetazione delle olive scartata dai frantoi e nelle bucce di arancia. Materia prima a costo zero. Grazie al “Siliasun”, speciale catalizzatore a luce solare inventato al Cnr di Palermo, l’acido ferulico disciolto in acqua con una piccola quantità di catalizzatore, in un processo questa volta al buio resta in sospensione per diventare vanillina. Un altro team, quello del Polo solare della Sicilia coordinato da Mario Pagliaro e Francesco Meneguzzo, ha pubblicato i risultati della sperimentazione in alcuni centri della Sicilia (da Castellana Sicula a Marsala, da Aragona a Marineo) dell’ illuminazione pubblica fotovoltaica a led, dimostrando che sostituire i 10 milioni di classici lampioni installati in Italia con questi moderni sistemi low cost azzererebbe la bolletta energetica del servizio e ridurrebbe il debito pubblico dell’Italia, Paese che ha il più alto consumo in Europa per l’ illuminazione stradale, pari a 2 miliardi di euro e 107 Kwh a persona.