Turchia, la Brexit allontana ancora di più Ankara dall’Europa. Negoziati bloccati

Turchia, la Brexit allontana ancora di più Ankara dall’Europa. Negoziati bloccati
28 giugno 2016

brexit-noticiaIl percorso tortuoso della Turchia verso l’Unione europea sempre più difficile dopo la Brexit. Con l’uscita dell’Inghilterra dal gruppo del 28, Ankara perde uno dei suoi sostenitori principali nel processo di adesione all’UE. Questo, nonostante l’ingresso della Turchia in UE appaia da qualche tempo come una probabilità sempre più remota. E tenuto conto che gran parte dei discorsi populisti pro-exit britannici hanno utilizzato proprio il caso turco come materiale elettorale. Non escluso l’uscente premier David Cameron che prima del referendum, affermando che la Turchia non potrebbe diventare membro UE prima dell’anno 3000, ha cavalcato la stessa onda per il fronte Remain. Tutti passaggi seguiti attentamente dall’opinione pubblica turca e utilizzati a loro volta dalle politiche populiste di Ankara. E difatti, la stampa pro-governativa locale, ricordando che l’UE si rifiuta di accettare la Turchia come membro da quarant’anni a questa parte, ha salutato il risultato del Brexit con grande entusiasmo, quasi a congratularsi dell’insuccesso registrato dall’Unione Europea. Il presidente Recep Tayyip Erdogan, a sua volta, ha affermato che anche in Turchia si potrebbe effettuare un referendum per proseguire o meno i negoziati con l’UE. Ribattendo in maniera piccata alle affermazioni di Cameron sulla presunta data di adesione turca in UE, Erdogan ha ribadito nuovamente che l’Unione “non ci vuole accettare perchè la stragrande parte della nostra popolazione è musulmana”.

NUOVI SONDAGGI SULL’ADESIONE DELLA TURCHIA NELLA UE Intanto a inizio settimana, sulla scia del possibile referendum prospettato dal presidente Erdogan, la Mak Danismanlik, una società notoriamente vicina all’esecutivo, ha diffuso il risultato di un sondaggio secondo il quale il 68% dei cittadini turchi vorrebbe terminare i negoziati di adesione con l’UE, con un 60% che – seguendo la linea del presidente – riterrebbe che la Turchia non viene ammessa nell’UE perchè musulmana. Di tutt’altro tipo l’esito di un altra recentissima inchiesta, quella della società Gezici, secondo la quale il 71% della popolazione turca guarderebbe con favore l’ingresso turco in UE, con un 67,1% sempre meno convinto che questo potrà mai accadere.

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POSSIBILI CONSEGUENZE DELLA BREXIT PER LA TURCHIA Secondo Sinan Ülgen, presidente del Centro di ricerche economiche e di politica estera (Edam), il rischio più immediato della Brexit per la Turchia è che i partiti di estrema destra in Europa si rafforzino utilizzando la carta anti-turca. I rapporti tra Ankara e Bruxelles, già fragili sia per la questione dei migranti e la trattativa sui visti che per la pagella estremamente negativa della Turchia sulle libertà e i diritti fondamentali, rischierebbero di erodersi ulteriormente secondo l’analista. Questo sta accadendo proprio quando “l’opinione pubblica turca, sempre più oppressa dalla situazione interna del paese, guarda all’Unione come un porto sicuro dove trovare riparo” sottolinea il politologo Soli Özel. Un altro punto evidenziato dagli osservatori come il professor Serhat Güvenc dell’Università Kadir Has è che ora la Turchia si trovi più sola nel processo di adesione. “L’uscita dall’UE di un importante membro dell’ala atlantista dell’Europa è una perdita strategica per la Turchia”, afferma Güvenc. Come conseguenza Ankara si troverà ad avere come interlocutore principale la Germania, come già nella questione dei migranti. “Una situazione che potrebbe trasformarsi in un vantaggio, ammesso che la Turchia decida una volta per tutte su quali pilastri fondamentali vuole stabilire la propria esistenza”, aggiunge Özel.

PARTNERSHIP GRAN BRETAGNA-UE MODELLO PER NUOVA RELAZIONE TURCHIA-UE? Una tale prospettiva è ipotizzata dall’analista politico della Brookings Institute Ömer Taspinar che riprende il concetto di “partnership privilegiata” lanciata negli anni passati dalla Francia e dalla Germania per la Turchia. “Il concetto è stato inteso in passato come una membership di seconda categoria, ma ora con il rapporto che si verrà necessariamente a sviluppare tra Londra e Bruxelles, potrebbe costituire negli anni venturi un modello anche per una partnership con la Turchia. Una simile prospettiva è affermata anche dal giornalista di Hürriyet Murat Yetkin, che ritiene plausibile l’affermazione di un modello europeo “a più velocità”, dove Ankara può trovare il proprio posto in base ai criteri rispettati.

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