Parla di “Bilancio ripulito e attendibile”, il presidente delle sezioni riunite della Corte dei Conti, Maurizio Graffeo, nel corso del giudizio di Parificazione tenutosi oggi a Palermo. Tuttavia, continua a crescere il debito della Regione siciliana. A dicembre 2015 era pari a 5 miliardi e 575 mila euro, in aumento rispetto alla stesa data dell’anno precedente. Un trend crescente alla luce anche della stipula di due mutui con la Cassa depositi e prestiti. “A tale dato – sottolinea invece il procuratore generale d’Appello presso la Corte dei conti, Diana Calaciura Traina – bisogna aggiungere il massiccio ricorso a uno strumento contabile, come avevano rilevato della precedente requisitoria, e cioè le anticipazioni liquidità. Nel corso del 2015, la Regione siciliana ha stipulato, infatti, un ulteriore contratto con prestito per anticipazione di liquidità per un miliardo e 776 milioni di euro, destinati al pagamento dei debiti di enti sanitari. Non posso fare a meno di rilevare che, la già notevole anticipazione di liquidità richiesta e ottenuta nel 2014 (900 milioni di euro) si è incrementata del 99% passando appunto dai 900 milioni a un miliardo e 776 milioni di euro. Tale liquidità, pur non potendo essere considerata come un nuovo indebitamento, comporta, comunque, l’assunzione di obblighi di restituzione da parte della Regione”. La restituzione di queste anticipazioni, peseranno sulle casse della Regione siciliana per un trentennio e cioè dal 2015 al 2045. “Non è pertanto procrastinabile – aggiunge il procuratore generale della Corte d’Appello della Corte dei Conti – l’assunzione di iniziative volte a contenere i rischi dell’attuale esposizione debitoria collegata alle operazioni di finanza derivata”.
“Non credo che servisse a nessuno, e soprattutto non serviva ai siciliani, fare dei bilanci falsi. Noi abbiamo fatto un’operazione verità nell’ambito della quale abbiamo scoperto entrate fittizie, ma anche impegni di spesa che non avevano più senso e che sono stati tagliati”. Commenta così il presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta, le affermazioni di Graffeo. “La Corte dei conti – aggiunge – tiene conto dei risultati positivi di crescita dell’economia e dell’azione di chiarezza fatta sui residui attivi e passivi. E’ chiaro che nel momento in cui si fa chiarezza sui residui si scopre anche che l’indebitamento aumenta, non perché abbiamo incrementato i debiti ma solo perché li scopriamo”. Crocetta spiega: “Noi abbiamo ritenuto giusto che i debiti del passato si pagassero attraverso l’attività dei mutui. Mi sembra un’operazione di chiarezza e di messa a posto dei conti, che viene riconosciuta dalla Corte dei conti”.
Altro capitolo. in Sicilia i conti del fisco non tornano. E così il governatore Rosario Crocetta prende carta e penna: “Stiamo preparando un esposto sia alla Procura della Corte dei conti, sia alla magistratura sulla gestione anomala della chiusura dei rapporti con Montepaschi che risale al 2007 che ha determinato la situazione debitoria di Riscossione”. Secondo Crocetta, “c’è stata un’azione di indebitamento spaventosa nei confronti di Montepaschi, avvenuta nel passato, che ha strozzato Riscossione Sicilia”. In soldoni, “ogni anno Riscossione ha ereditato da Montepaschi una scopertura bancaria di 160 milioni di euro con un tasso di interesse pari al 5 per cento annuo, quando, invece, Equitalia paga l’1 per cento. Non c’è un rapporto anomalo di lavoratori”. “Se si pensa poi ai 25 milioni di euro di trasferimenti, per noi molto discutibili, che Riscossione deve per la fuoriuscita a Montepaschi e su cui noi abbiamo un contenzioso – conclude il governatore – capite bene che chi ci ha consegnato Riscossione ci ha dato una società indebitata”.