Arriva l’Ape, pronti 1,5 miliardi per “pacchetto pensioni”

Arriva l’Ape, pronti 1,5 miliardi per “pacchetto pensioni”
8 agosto 2016

inpsL’Ape, l’anticipazione pensionistica, sara’ lo strumento di riferimento per la flessibilita’ nell’uscita dal lavoro. Il costo dell’intervento, che sara’ avviato prima della legge di stabilita’, e’ stimato intorno ai 600-700 milioni di euro. Ma il Governo e’ pronto a stanziare circa 1,5 miliardi per l’intero “pacchetto pensioni”, che riguardera’ anche ricongiunzioni, lavori usuranti, precoci, no tax area e quattordicesime. E’ quanto riferiscono fonti del Tesoro. Nell’ultima riunione con i leader di Cgil, Cisl e Uil, il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, aveva promesso risorse rilevanti per gli aggiustamenti alla riforma Fornero. Secondo i sindacati, per finanziare i provvedimenti di cui si sta discutendo al tavolo di confronto, che riprendera’ a settembre (il 6 sull’occupazione, il 7 sulle pensioni e il 12 incontro politico per definire il piano completo delle misure), servirebbero circa 2-2,5 miliardi. Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Tommaso Nannicini, ha confermato che l’Ape sara’ il fulcro del “pacchetto pensioni” e sara’ approvato con un provvedimento ad hoc prima della manovra di bilancio. Questo strumento debuttera’ nel 2017 e si stima che solo per il prossimo anno la platea potenziale sara’ di 350mila lavoratori (nel primo si cumulano i primi tre anni), 130mila l’anno successivo e 180mila nel 2020.

Da questi, ha sottolineato Nannicini, bisognera’ poi togliere quelli che utilizzeranno le nuove flessibilita’ concesse all’interno del sistema, in particolare per le ricongiunzioni e i lavoratori precoci e usuranti. Nelle intenzioni del Governo, l’Ape sara’ finanziato con un prestito erogato dalle banche e restituito in rate mensili per 20 anni. Il taglio sulla pensione determinato dalla rata del prestito sara’ in parte alleggerita da detrazioni per le persone piu’ in difficolta’. Per i dipendenti del settore privato e pubblico sara’ possibile accedere alla pensione fino a 3 anni a 7 mesi prima rispetto al requisito anagrafico previsto per il trattamento di vecchiaia (nel 2017 sara’ di 66 anni e 7 mesi per gli uomini di entrambi i settori e per le donne del pubblico; di 65 anni e 7 mesi per le donne del privato). Il piano dettagliato sara’ comunque presentato ai sindacati negli incontri programmati a settembre. Tra gli altri interventi ipotizzati ci sono inoltre il rafforzamento della defiscalizzazione sul salario di produttivita’ con un’estensione della platea e un aumento del bonus, riconferma delle misure di decontribuzione per le nuove assunzioni, la prosecuzione del superammortamento degli investimenti effettuati dalle imprese. Queste misure andranno nella legge di stabilita’.

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