Prince fuori scena, lontano dal palcoscenico da cui incantava la folla e immerso nel suo ‘regno viola’. E’ questo il ‘Principe’ che ci racconta il critico musicale britannico, Mick Wall, autore di una biografia della popstar pubblicata in Italia da Sperling & Kupfer (229 pagine, 18 euro). “Icona fashion, rockstar, compositore, polistrumentista, attore, regista: il genio di Prince si e’ prodotto in mille performance straordinarie che lo hanno reso indimenticabile. Sicuramente uno dei musicisti piu’ talentuosi e influenti di sempre, in grado di mescolare abilmente rock, R&B, soul, funk e jazz. Ma chi era The Artist?” si chiede Wall. “Prince ha sempre tutelato la sua vita privata, ben nascosta agli occhi della societa’. Ecco perche’ questo libro apre una nuova finestra sull’universo della sua storia, come mai e’ stato fatto prima”. E Wall lo fa partendo da Logan Avenue, quartiere ad ampio tasso di criminalita’ di Minneapolis in cui Prince trascorre l’infanzia. Un periodo traumatico, scandito da frequenti crisi epilettiche fino a 7 anni. Finche’ un giorno annuncia: “mamma, non staro’ mai piu’ male”. “E come lo sai?” ” me lo ha detto un angelo” risponde la futura popstar, mostrando una fede che mai lo abbandonera’. Preso in giro per la sua bassa statura, trova il suo riscatto eccellendo – ironia della volonta’ – nel basket. A 10 anni l’evento piu’ drammatico e che piu’ influenzera’ la sua vita: la separazione dei genitori. “Credo sia stata la musica il motivo della rottura tra mio padre e mia madre e che lei non volesse che diventassi come lui”. Prince eredita si’ la passione per la musica dal papa’ – un discreto pianista frustrato per non essere riuscito a raggiungere la notorieta’ – impara a suonare piano e chitarra e si fa conoscere in tempi brevissimi. Il resto – cio’ che accade dalle prime esibizioni locali alla mattina del 21 aprile quando viene trovato morto in casa – e’ storia. Una vita di eccessi, donne e di mille sfaccettature tante quante i nomi del Folletto di Minneapolis.