Israele ha sospeso la propria collaborazione con l’Unesco in segno di protesta contro il voto tenuto dall’organizzazione dell’Onu su Gerusalemme, denunciato dalle autorità israeliane perché negherebbe il legame storico tra gli ebrei e la città. In una lettera inviata alla direttrice generale dell’Unesco Irina Bokova e pubblicata su Twitter, il ministro israeliano per l’Istruzione Naftali Bennett ha accusato l’Unesco di offrire un “sostegno al terrorismo islamista”, annunciato la sospensione della commissione israeliano da “ogni attività professionali con l’organizzazione internazionale”. Dunque, Yerushalaim, al-Quds, Gerusalemme. La città santa per eccellenza delle tre religioni monoteiste – la città della pace dove l’ebraico shalòm, “pace” appunto, corrisponde all’arabo salàm – torna al centro della bufera. La Città vecchia di Gerusalemme e le sue mura, patrimonio dell’umanità dell’Unesco, racchiudono in meno di un chilometro quadrato luoghi di straordinario significato religioso come il Monte del Tempio, il Muro del pianto, la Basilica del Santo Sepolcro, la Cupola della Roccia e la Moschea al-Aqsa. E proprio qui sta il problema. La città della pace è una città contesa. Ferocemente.
Israele ha deciso di sospendere la collaborazione con l’Unesco in segno di protesta contro il voto dell’organizzazione delle Nazioni Unite su Gerusalemme, denunciato dalle autorità israeliane come negazione esplicita del legame storico tra la città e la tradizione israelita, avallando la richiesta di alcuni paesi arabi di sradicare ogni riferimento alla radice ebraica dall’area della Città Vecchia di Gerusalemme in cui sorge il Muro occidentale o Muro del pianto, il luogo più sacro agli ebrei di tutto il mondo. L’Unesco, in pratica, ha approvato in via preliminare una risoluzione che nega ogni rapporto storico tra ebrei e il Muro del Pianto e il Monte del Tempio di Gerusalemme, il sito che nella Bibbia designa il luogo del sacrificio di Isacco sul Monte Moriah. Il documento sarà presentato al Consiglio esecutivo dell’Unesco il 18 ottobre prossimo. Secondo le parole del premier israeliano Benjamin Netanyahu, l’Unesco intende così negare il legame tra il popolo ebraico e il Monte del Tempio, il sito più sacro da oltre 3.000 anni della tradizione israelita. “L’assurdo teatrino dell’Unesco non si ferma”, ha detto Netanyahu. “Oggi l’organizzazione ha assunto un’altra bizzarra decisione secondo cui il popolo israeliano non ha alcun collegamento con il Monte del Tempio e il Muro del pianto. Ma sostenere questo sarebbe come dire che la Cina non ha collegamento con la Grande muraglia o che l’Egitto non ha collegamento con le Piramidi. Una decisione assurda per cui l’Unesco ha perso il suo ultimo brandello di legittimità. Ma la verità storica resta sempre è più forte e alla fine trionferà”, ha concluso il premier israeliano. La risoluzione, presentata da diversi paesi arabi, tra cui Egitto, Libano e Algeria, ha ottenuto 24 voti a favore, sei contrari e 26 astensioni, tra cui quella dell’Italia. “Esprimo solidarieta` allo Stato d`Israele per una decisione che lascia stupiti”, ha afferma Maurizio Bernardo, presidente dell’Associazione Interparlamentare di Amicizia Italia-Israele. (Immagini Afp)