Iraq e Turchia contro Isis, al via negoziano accordo su presenza militare turca

Iraq e Turchia contro Isis, al via negoziano accordo su presenza militare turca
21 ottobre 2016

La Turchia e l’Iraq stanno negoziando un accordo in 5-6 punti per chiarire lo status della presenza militare turca sul suolo iracheno, sia per il presente che per il futuro. Le truppe turche si trovano in un accampamento militare a Bashiqa, vicino a Mosul, verso cui avanza l’offensiva per la riconquista della città in mano all’Isis. Una presenza più volte criticata da Baghdad che la vede come una vera e propria invasione sul suo territorio. Lo status delle truppe presenti a Bashiqa, il coinvolgimento delle milizie sciite nell’offensiva di Mosul e la presenza di elementi del Partito dei Lavoratori del Kurdistan (Pkk) nella regione del Sinjar, sono i tre punti principali discussi nell’incontro. La notizia è stata riferita da funzionari turchi, scrive Hurriyet, in seguito alla visita ufficiale di una delegazione turca a Baghdad lo scorso 17 ottobre. Nel corso degli incontri le due parti hanno discusso di una proposta irachena, in parte emendata su richiesta turca e le trattative sono ancora in corso.

Ankara e Baghdad hanno raggiunto “un’intesa generale” sulle questioni, secondo i responsabili turchi, che hanno sottolineato come la Turchia preferisca un accordo scritto che abbia effetti anche su una presenza “non nazionale” presente in Iraq, riferimento ai gruppi ribelli e filocurdi. Una seconda opzione discussa è che le due parti possano gestire l’accordo non scritto a seconda degli sviluppi sul campo. Ma la Turchia teme l’ingerenza dell’Iran nei colloqui. Per quanto riguarda le truppe turche già presenti in Iraq, l’accordo identificherà lo status attuale e futuro e la Turchia ha insistito che i soldati restino a Bashiqa fino al termine dell’offensiva a Mosul. Una formula che metterebbe le forze turche sotto il mandato della coalizione che conduce le operazioni. Ankara ha anche proposto che l’Iraq usi gli asset militari turchi dell’accampamento, come l’artiglieria, contro l’Isis a Mosul. La Turchia inoltre insiste affinché i “combattenti Ninive”, addestrati dai militari turchi, prendano parte alle operazioni a Mosul e, secondo quanto scrive Hurriyet, Baghdad ha accettato la richiesta.

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Ankara ha chiesto che sia gli Stati Uniti sia l’Iraq impediscano che il Pkk faccia parte delle operazioni per la ripresa di Mosul. Baghdad ha interrotto i finanziamenti alla milizia curda nel Sinjar due mesi fa e durante i colloqui di inizio settimana l’Iraq ha proposto agli interlocutori turchi di riprendere lo standard di trattative trilaterali Turchia-Iraq-Usa per discutere della pressnza del Pkk in questo contesto. Un altro punto discusso è stata la presenza della milizia sciita a Mosul e la possibilità che questa sfoci in scontri settari tra sciiti e sunniti. Baghdad avrebbe assicurato ad Ankara che le milizia paramilitari sciite di al-Hashd al-Shaabi non saranno coinvolte nell’offensiva nel centro di Mosul. Ankara, però, teme ancora che queste forze potrebbero entrare nella città a maggioranza turkmena di Tel Afar, dove la coalizione a guida Usa ha intenzione di lanciare una nuova manovra anti-Isis. Il prossimo round di colloqui tra Ankara e Baghdad si terrà quando le autorità irachene avranno completato il lavoro di revisione dei punti discussi. Una delegazione dall’Iraq potrebbe recarsi in Turchia o i rappresentanti dell’ambasciata turca a Baghdad potrebbero condurre le trattative.

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