Le risposte dell’Italia ai rilievi della Commissione europea sulla legge di bilancio sono motivi di insoddisfazione a Bruxelles. A quanto si apprende i chiarimenti forniti dal ministero dell’Economia nella lettera del 27 ottobre non sono serviti a eliminare le riserve sulla manovra. Non solo. I toni e i contenuti della lettera non sono piaciuti, tanto che la lettera italiana e’ stata considerata meno costruttiva tra le tutte le richieste di chiarimenti. In base alle regole, i Paesi dell’Eurozona devono presentare alla Commissione europea le bozze di legge di stabilita’ per l’anno successivo entro meta’ ottobre. Quest’anno la scadenza e’ stata spostata al 17 ottobre per ragioni di calendario. Nei 15 giorni successivi l’esecutivo comunitario puo’ chiedere chiarimenti agli Stati membri, cosa successa per Belgio, Cipro, Finlandia, Italia e Portogallo. Le risposte di Cipro e Italia non sono piaciute e per questi Paesi si rendera’ necessario ulteriore lavoro a livello tecnico e politico. Il tempo stringe, visto che entro la mezzanotte di domani la Commissione dovra’ dire se la manovra italiana sara’ approvata o no.
Entro 15 giorni dalla presentazione delle bozze di bilancio, in caso di “gravi deviazioni” dagli obiettivi di aggiustamento strutturale di bilancio richiesti dal patto di stabilita’ si puo’ chiedere la revisione della manovra. In caso di deviazioni non gravi si puo’ procedere all’approvazione con riserva, chiedendo correzioni marginali senza dovere stravolgere il piano di bilancio originale. Per l’Italia sembra profilarsi questo secondo scenario, come dimostra l’assenza di nuovi richiami formali. Al momento i contatti si tengono in formato verbale, e il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan ha discusso con il commissario agli Affari economici, Pierre Moscovici, venerdi’ scorso a Bratislava. Sempre a quanto si apprende a Bruxelles, non e’ gradito il tono del dibattito politico. La richiesta di flessibilita’ giustificata dalle spese eccezionali dovute al terremoto appare giustificata, ma si invita a fare uso degli strumenti esistenti senza attacchi politici. La comunicazione sulla flessibilita’ prevede la possibilita’ di tenere fuori dal patto di stabilita’ le spese sostenute per gli investimenti, come previsto anche dal piano Juncker per gli investimenti strategici. Se l’Italia riesce a produrre un piano per gli investimenti di messa in sicurezza e ricostruzione anti-sismica, puo’ far fronte alla spese necessarie nel rispetto dei vincoli europei e delle esigenze nazionali.
Matteo Renzi minimizza: con l’Unione europea “non c’e’ una trattativa in corso. Tutti gli anni c’e’ la telenovela sulla manovra, da sempre e’ cosi'”. Quindi, per il premier, parlare di polemica con Europa “e’ fuori luogo. Non c’e’ nessun problema”. Per il premier, “il punto e’ che immigrazioni e terremoto sono eventi eccezionali. Io considero eccezionale anche la possibilita’ di mettere in sicurezza l’edilizia scolastica”. La polemica è terreno fertile per le opposizioni. “L’Europa boccia Renzi e gli spiega l’economia e le regole per far parte di un’unione monetaria con norme comuni – tuona Renato Brunetta, presidente dei deputati di Forza Italia – Il tono con cui la Commissione, a quanto si apprende, ha accolto la lettera con cui il ministro Padoan rispondeva ai rilievi sul Documento programmatico di bilancio del governo italiano sono quasi da sberleffo. Italia ultima tra gli ultimi. Nella classifica dei paesi che si comportano peggio rispetto ai parametri europei, infatti, siamo in fondo insieme a Cipro. Cosi’ come siamo penultimi quanto a paesi con il debito pubblico piu’ alto, secondi solo alla Grecia”. In pratica, per l’esponente azzurro, “i conti, adesso, si mettono a farli a Bruxelles senza trucchi, e a premier e ministro italiani non restera’ che adeguarsi”. “Altro che veti e minacce spuntate. Altro che guerra all’Europa: Renzi – conclude Brunetta – deve solo ringraziare il Cielo di trovarsi davanti una Commissione e un’Ue ancora troppo deboli, altrimenti lo avrebbero sbattuto fuori gia’ da tempo”.
Intanto, il 2 novembre il disegno di legge di bilancio iniziera’ il suo iter alla Camera. Alle ore 15,15 e’ prevista la riunione delle commissioni Bilancio e Finanze per il parere alla presidente della Camera per la verifica del contenuto proprio del disegno di legge. Nella giornata di mercoledi’ si terra’ l’ufficio di presidenza integrato ai rappresentati dei gruppi per decidere il calendario approfondito. Quel che e’ certo e’ che da venerdi’ 4 a lunedi’ 7 novembre si svolgeranno le audizioni in Commissione: prima i soggetti non istituzionali poi i soggetti istituzionali. Di norma vengono ascoltati la Corte dei Conti, l’Istat, la Banca d’Italia, l’Abi (l’associazione bancaria), le organizzazioni sindacali e le associazioni delle imprese, i rappresentanti degli enti territoriali, il presidente dell’Ufficio parlamentare di bilancio. A chiudere solitamente e’ il ministro dell’Economia. Il disegno di legge deve arrivare il Aula tra il 23 e il 24 novembre, perche’ cosi’ e’ stato stabilito dalla conferenza dei capigruppo. Dal 28 novembre al 4 dicembre l’attivita’ parlamentare dovrebbe essere sospesa in vista del referendum costituzionale. I tempi sono molto stretti sia perche’ il testo della legge e’ stato trasmesso alle Camere solo sabato, mentre era atteso il 20 ottobre; sia perche’ contemporaneamente i parlamentari devono esaminare il decreto fiscale. Una volta concluso l’esame del decreto legge, fino al 23 novembre, l’assemblea non dovrebbe tenere seduta per consentire alla Commissione bilancio di esaminare la manovra. Successivamente il testo passera’ al Senato. Il via libera definitivo del Parlamento dovra’ arrivare entro il 31 dicembre.