A Mosul rimasti solo combattenti iracheni. In scena anche i cannoni francesi Caesar

A Mosul rimasti solo combattenti iracheni. In scena anche i cannoni francesi Caesar
2 novembre 2016

A combattere contro le forze governative a Mosul sarebbero rimasti solo combattenti iracheni” dello Stato Islamico (Isis). E’ quanto rivela ad askanews una fonte vicina all’intelligence della regione autonoma del Kurdistan iracheno, secondo il quale “il grosso dei Foreign Fighters è fuggito in Siria”. Le forze irachene assieme a quelle curde hanno lanciato lo scorso 17 ottobre una vasta offensiva per liberare l’ultima roccaforte nel Paese rimasta in mano al Califfato. “Secondo fonti dell’intelligence turca, in città sono rimasti solo i combattenti iracheni” dell’organizzazione terroristica, ha detto la fonte aggiungendo tuttavia che “secondo le informazioni in nostro possesso, a Mosul sono rimasti almeno un migliaio di combattenti stranieri”. Riguardo alla situazione sul terreno, la fonte dell’intelligence curda ha spiegato che” la battaglia vera avverrà nella parte meridionale e settentrionale di Mosul e questo perché quelli dall’Isis hanno minato i 5 ponti sul Tigri mentre il sesto è stato distrutto da aerei Usa”.

La fonte non crede quindi che le forze irachene penetrate nei quartieri orientali (sulla sponda est del fiume Tigri) proseguiranno verso il centro della città. Per la fonte di askanews, non ci sarà neppure un’attacco dalla parte occidentale del capoluogo, quella che si estende fino alla frontiera coon la Siria e tuttora controlata dagli uomini del Califfato nero: “Il ventilato attacco su Tel Afar (città a una cinquantina di chilomteri a ovest di Moul) è un diversivo per non favorire la fuga dei jihadisti verso la Siria. “Se tutte le informazioni in nostro possesso venissero confermate – ha aggiunto la fonte riferendosi soprattutto alla presunta fuga dei Foreign Fighters – la battaglia per Mosul potrebbe finire in tempi inferiori rispetto a quelli preventivati”. Intanto, nella battaglia per la riconquista di Mosul sono entrati in campo anche i cannoni Caesar della task force francese “Wagram”. Una pianura desertica a Sud di Mosul. L’aria è acre, un velo opaco avvolge l’orizzonte mentre l’artiglieria francese punta gli obiettivi in vista dell’attacco finale. Secondo gli analisti, i guerriglieri dell’Isis trincerati nella strategica località dell’Iraq settentrionale sarebbero tra 3.000 e 5.000 mentre sulla città stanno convergendo unità dell’esercito iracheno con il sostegno dei raid della coalizione internazionale guidata dagli Stati Uniti.

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Sul fronte occidentale, frattanto, hanno preso posizione le forze paramilitari di Hashd al-Shaabi, la coalizione delle milizie sciite sostenute dall’Iran, per tagliare le linee di rifornimento con la Siria e impedire una possibile via di fuga. L’artiglieria francese è molto apprezzata per la capacità di fuoco, il raggio d’azione e la precisione chirurgica. “Ho dovuto rifiutare alcune richieste di tiro” spiega il colonnello “Benoit, responsabile della task force Wagram, il volto oscurato per ragioni di sicurezza, “in quanto non rispettavano le regole d’ingaggio francesi o perché mettevano a rischio infrastrutture dove si riparavano abitanti del settore”. “L’obiettivo è quello di fornire assistenza alle forze di sicurezza irachene” aggiunge il capitano “Alexandre”, comandante di batteria. “A questo fine possiamo utilizzare diversi tipi di munizionamento. Per distruggere o neutralizzare, impieghiamo ordigni esplosivi. Ma possiamo rischiarare il campo di battaglia con proiettili illuminanti o coprire una ritirata con cortine fumogene”. Dall’inizio dell’offensiva governativa per la riconquista di Mosul, un paio di settimane fa, oltre 20mila persone hanno lasciato le loro case mentre diversi civili sono stati feriti o uccisi da cecchini o trappole esplosive. (Immagini Afp)

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