Muri come quadri, muri che raccontano una Roma in cui si intrecciano passato e memoria storica con la contemporaneità. Passando da angoli della tangenziale, al Gazometro, al Tempio di Minerva Medica, a Porta Maggiore. E’ “Urban Human” mostra personale dell’artista romano Andrea Capanna, fino al 31 dicembre nella Galleria 28 Piazza di Pietra, a Roma, a pochi passi dal Tempio di Adriano. Esposti venti dei suoi “muri”, realizzati con la stratificazione su base lignea di cemento, calce, sabbia e intonaco, depositati e dipinti per strati, lavorati con carta vetrata, spatole e spazzole di acciaio. Capanna lavora per sottrazione e le sue opere da vicino danno l’effetto di pittura materica.
Il curatore Gianluca Marziani: “Il lavoro di Andrea Capanna nasce da uno sguardo sul territorio e sul corpo e da un approccio che è quello di trovare, attraverso la pittura, un’empatia non solo visiva rispetto ai luoghi e ai corpi, ma un’empatia nella soluzione tecnica, quindi in un andamento del materiale che rispecchiasse il più possibile questa sorta di lenta sedimentazione, questa coscienza viva”. Usa materiali industriali. “Questi materiali da edilizia, da cultura industriale e architettonica diventano davvero l’anima a specchio di un paesaggio e di un corpo che lui cerca di raccontare e che secondo me racconta in modo intenso e vivo con questo approccio pittorico”. Nella parte “Human” si racconta il corpo, ci sono ritratti di profilo. “Anche qui il corpo viene raccontato con lo stesso approccio del paesaggio, un corpo non intero, non perfetto, non fotogenico, ma dove la pelle diventa archeologia, sedimentazione dove un muscolo o un frammento dialogano con l’idea del busto del frammento greco o romano di cui Roma è piena. Quindi anche il corpo rappresenta una dimensione di passaggio tra il passato come memoria e il presente come vita”.