Cinquantaquattro mani di Mimmo Paladino ripensate, rielaborate e, nei fatti, ricreate da altrettanti artisti e designer, per sottolineare il modo in cui anche le immagini più familiari possono trasformarsi in “Normali meraviglie”. È un nuovo progetto del Triennale Design Museum che, in collaborazione con la Fondazione Sacra Famiglia, cui Paladino ha donato il disegno della mano che poi è stata moltiplicata in ceramica nei laboratori in cui lavorano anche persone disabili, presenta una mostra curata, insieme ad Alessandro Guerriero, da Alessandra Zucchi. “Per noi – ci ha spiegato – fare questo lavoro è stato molto coinvolgente, perché lavorare comunque per qualificare i laboratori di persone con disabilità è un lavoro veramente molto toccante, in più abbiamo avuto l’aiuto molto qualificato di questi importanti artisti, che hanno lavorato con grande applicazione e serietà”.
In mostra a Milano gli interventi di Masbedo, o di Guido Scarabottolo, di Olimpia Zagnoli o di Piergiorgio Robino, ma anche quello in verde del designer Giulio Iacchetti, che ha creato una “Mano ferita”. “Penso – ci ha detto – che la mano non solo metaforicamente parlando, sia l’elemento del corpo umano che raccoglie più ferite di una vita. E quindi guardando le mani di una persona si può cogliere anche una storia che sta alle spalle di questa persona, e a volte è anche una storia di dolore e di ferite”. Le opere della mostra “La Mano” verranno poi messe in palio in una lotteria durante una charity dinner prevista per il 3 dicembre, e il ricavato della vendita dei biglietti andrà a favore della Fondazione Sacra Famiglia. “È un ponte – ha concluso Alessandra Zucchi – che l’arte permette di fare, con grande generosità, tra il mondo della disabilità e il mondo dei fruitori dei musei”.