Trump scatena effetto Brexit: mercati, dollaro e greggio a picco. La borsa crolla anche in Asia

Trump scatena effetto Brexit: mercati, dollaro e greggio a picco. La borsa crolla anche in Asia
9 novembre 2016

I mercati sono terrorizzati dalla vittoria di Donald Trump, eletto dagli americani 45esimo presidente degli Stati Uniti. La paura, molto concreta, è che si inneschi un effetto simile a quello provocato a giugno dalla Brexit, quando il risultato shock del referendum sull’uscita del Regno Unito dall’Unione europea aveva generato un’ondata di vendite sulle piazze di tutto il mondo. Mentre i risultati non sono ancora definitivi i future di Wall Street sono in ribasso attorno al 5% e sui mercati globali è già partita una corsa verso gli asset più sicuri: in Asia il Nikkei ha perso più del 5%, Shanghai l’1,3% e Hong Kong più del 2,8%, in Europa i future dei listini sono in netto calo ma la situazione appare ancora peggiore alla Borsa americana, dove i future del Dow Jones, che indicano le previsioni di apertura, crollano di 800 punti, il 5%, quelli del Nasdaq di 250 punti, il 5,08% e quelli dello S&P 500 di 107 punti, il 5%. Nel frattempo, sono scattati i blocchi automatici sugli e-mini dello S&P 500, particolari contratti scambiati per lo più al Cme e con valore frazionario rispetto a quelli normali.

Anche sullo S&P e il Nasdaq è arrivato lo stop alle contrattazioni dei future e non è dato sapere quando potranno ripartire. Questo lascia pensare che all’apertura, alle 15.30 italiane, i ribassi saranno molto significativi. Il dollaro si sta indebolendo rispetto a tutte le principali valute, cedendo il 3,71% sulla divisa giapponese a 101,24 yen e con l’euro che si rafforza del 2,4% a 1,1289 dollari, la sterlina in aumento dell’1,35% a 1,2544 dollari e il dollaro canadese in aumento dell’1,7%. Fa eccezione il peso messicano, che rispetto alla divisa americana arriva a cedere quasi il 10%. Un biglietto verde è arrivato a comprare 20 peso messicani, un record: Trump ha promesso di costruire un muro lungo il confine tra Stati Uniti e Messico e intende rinegoziare il North American Free Trade Agreement, l’accordo commerciale tra Canada, Usa e Messico.

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In picchiata anche il petrolio, con il Wti che arretra del 3,78% a 43,28 dollari al barile e il Brent in ribasso del 3,4% a 44,47 dollari. Balza invece l’oro, considerato il bene rifugio per eccellenza, che avanza del 4,59% a 1.333 dollari l’oncia. Viceversa, i titoli di stato americani, uno degli investimenti considerati più sicuri, sono in deciso aumento, con i rendimenti decennali, benchmark del settore, che si avviano verso il calo giornaliero maggiore dalla Brexit, esacerbato appunto dai bruschi movimenti dell’overnight. I rendimenti decennali, benchmark del settore, si attestano al momento all’1,7657%, ma era scivolati fino all’1,746%, dopo essersi portati ieri all’1,896% sulla scia dell’ottimismo della vigilia su una possibile vittoria di Clinton. “C’è poca liquidità sul mercato dei titoli di stato americani, per questo ci sono movimenti di dieci punti base in mezz’ora. Le oscillazioni sono amplificate dal fatto che i mercati, a parte quelli asiatici, sono ancora chiusi”, ha detto Tadashi Matsukawa, capo della divisione reddito fisso di PineBridge Investments.

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