Cinema, l’Efebo d’oro premia Agnes Varga e Douglas Gordon

Cinema, l’Efebo d’oro premia Agnes Varga e Douglas Gordon
15 novembre 2016

Un’attenzione sempre più dichiarata per i nuovi linguaggi, per le nuove forme di comunicazione, ma anche un inchino ad una delle “dame” della tradizione cinematografica d’Oltralpe: l’Efebo d’oro giunge alla sua trentottesima edizione, e si assesta comodamente sulla poltrona – non solo italiana – di premio tra i più longevi legati al grande schermo. I grandi protagonisti dell’edizione 2016 sono addirittura due, agli antipodi come linguaggi, ma ambedue innovatori, ognuno nel proprio campo, insofferenti a termini e temi precostituiti: il premio Efebo d’oro 2016 alla carriera andrà alla regista, sceneggiatrice e fotografa francese Agnés Varda, vera icona del cinema mondiale, che sarà presente alla cerimonia di premiazione del 27 novembre, condotta dall’attore Livio Beshir al Teatro Santa Cecilia. Alla regista francese sarà dedicata un’ampia retrospettiva tra film e documentari, selezionati con la sua stessa consulenza, tra le opere più emblematiche della sua straordinaria carriera, dal suo film d’esordio, quel “La Pointe Courte” che nel 1954 fece conoscere al pubblico Philippe Noiret. Ma la vera sorpresa giunge dalla Scozia e porta in Sicilia uno dei più importanti, innovativi e geniali “visual artist” della sua generazione, premiato a soli trent’anni con il prestigioso Turner Prize: lo scozzese Douglas Gordon riceverà il Premio Efebo d’oro per la VideoArte “Città di Palermo”. Nella linea consolidata del Centro di ricerca per la Narrativa e il Cinema, presieduto da Egle Palazzolo e con la nuova spinta impressa dal direttore artistico, il regista Giovanni Massa, l’Efebo guarda infatti con sempre maggiore attenzione alle nuove forme del linguaggio visivo: ecco quindi spiegata la scelta di riconoscere il talento di Douglas Gordon che parteciperà, insieme al critico d’arte Mario Codognato, a un incontro con il pubblico. E si sta anche pensando a una sua istallazione a Palazzo Sant’Elia L’Efebo d’Oro 2016 per il cinema quest’anno va a sorpresa ad un film italiano: “Pericle il Nero” di Stefano Mordini, interpretato da un inedito Riccardo Scamarcio. Il Premio per la miglior Opera prima va invece al siciliano Piero Messina per il film “L’attesa”, ispirato a Pirandello e interpretato da una straordinaria Juliette Binoche.

Il riconoscimento per il miglior saggio di cinema va a “L’isola che non c’è – Viaggio nel cinema che non vedremo mai” di Gian Piero Brunetta. Infine un Premio speciale dedicato all’infanzia e all’adolescenza sarà assegnato ad Antonella Di Bartolo, dirigente dell’Istituto Statale “Sperone-Pertini” di Palermo, impegnata con successo a contrastare il fenomeno della dispersione scolastica in un’area “a rischio” della città. “Missione e valori. Legalità e Bellezza – interviene il sindaco Leoluca Orlando – questa città vede la cultura diramata sul territorio, in rapporto con le scuole e con la cittadinanza civile. In questa ottica, Il Premio Efebo è “migrato” da Agrigento e oggi ha assunto una doppia cittadinanza che gli permette di lavorare a 360 gradi”. “Investire sui ragazzi e le periferie, è la mission di questa Amministrazione” sottolinea l’assessore alla Cultura Andrea Cusumano. “Allo splendido binomio narrativa-cinema che più di una volta può essere l’incontro tra uno scrittore e un regista – afferma Egle Palazzolo, presidente del Centro di ricerca per la Narrativa e il Cinema – tra una pagina e il suo corrispettivo divenire immagine”, “Queste ultime edizioni gettano uno sguardo approfondito sull’indiscutibile realtà dei nuovi linguaggi, della video-arte e di un mondo giovane che sta crescendo”, interviene Giovanni Massa, direttore artistico dell”Efebo d’Oro. Che stringe ancor di più il suo rapporto con le scuole: per questo motivo, quest’anno viene dedicato all’infanzia e all’adolescenza, come l’anno scorso fu dedicato a tutti i migranti.Sottolineatala forte presenza sul territorio anche della Banca Sant’Angelo, da sempre vicino all’Efebo “che noi appoggiamo da 38 anni”, come spiega Giovanni Marineo, a nome della banca. E come ricorda anche Francesco di Giovanni, a nome del Centro Tau. Da martedì 22 novembre, al cinema De Seta dei Cantieri culturali alla Zisa, l’Efebo propone sette film dell’ultimo anno cinematografico, tratti da opere letterarie: si va dall’affresco americano all’ombra di Ellis Island, “Brooklyn”, alla vicenda del primo raffinato transessuale della storia in “The Danish Girl”, al piccolo fenomeno del botteghino tedesco (e non solo) di “Lui è tornato”, al film rivelazione di Cannes 2015, la truce commedia on the road “Perfect day”; si va dall’incubo di “Room” che ha guadagnato un Oscar per l’attrice protagonista Brie Larson ai due film vincitori, “L’attesa” e “Pericle Il Nero”.

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Accanto a queste proiezioni, si aggiungono il film di Alina Marazzi sull’eccentrica Anna Piaggi e una serata dedicata ad uno dei grandi film del Neorealismo italiano, “Sciuscià” di Vittorio De Sica che sarà presentato l’1 dicembre nella versione restaurata dalla Cineteca di Bologna. Sempre da martedì 22 novembre, prenderà il via la retrospettiva dedicata ad Agnés Varda, con sette film scelti dalla stessa regista tra quelli che meglio segnano l’evolversi della sua poetica e ispirazione. Da “Cleo de 5 a 7” a “La Pointe courte”, “Mur murs e Rèponse de femmes”, “Le Plages d’Agnés”, “Il verde prato dell’amore”, “Les glaneurs et la glaneuse”, “Senza tetto né legge”, tutte pellicole che spesso hanno meravigliato per la forza espressiva e la carica dirompente. Agnés Varda parteciperà ad un incontro con il pubblico il 26 novembre e il giorno successivo riceverà l’Efebo d’oro alla carriera. Per Douglas Gordon è invece prevista una sezione interamente dedicata: il grande videoartista scozzese – che riceverà l’Efebo della sezione Nuovi Linguaggi – incontrerà il pubblico venerdì 2 dicembre a Palazzo Branciforte e il giorno successivo verrà premiato al Cinema De Seta, prima della proiezione del suo “K.364: A Journey by Train”, vera e propria composizione musicale per il grande schermo, di fatto l’essenza della sua ricerca e della sua sperimentazione. Il film segue il viaggio dei musicisti di origine ebraico-polacca, Avri Levitan e Roi Shiloah, alla riscoperta della loro terra d’origine.

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