Potrebbe essere “l’effetto Trump” o una nuova trovata di marketing, fatto sta che Apple sta studiano il possibile spostamento di almeno parte della sua produzione cinese di iPhone negli Stati Uniti. Lo riporta la Nikkei Asian Review, sulla base di fonti industriali anonime secondo cui il gigante californiano avrebbe chiesto a due dei suoi maggiori assemblatori, Foxconn e Pegatron, di studiare trasferimento produttivi di questo tipo.
Si potrebbe parlare di “rilocalizzazione” produttiva, anche se si tratta al momento solo di indiscrezioni di stampa che non trovano conferme ufficiali, secondo quanto riporta Cnbc. Peraltro la stessa testata asiatica ha precisato che Foxconn ha fornito una bozza di piano, mentre Pegatron si è astenuta a causa degli elevati costi che implicherebbe. Va rilevato che in passate occasioni Apple aveva avvertito che scelte di questo genere non incontravano unicamente problemi di costi, aggiunge Cnbc, ma anche sulle professionalità necessarie. Che evidentemente per la produzione di alcuni tipi di beni sono ormai concentrate nell’industria asiatica. Che sia vero o meno ipotesi di questo genere sarebbero coerenti con la linea che la nuova amministrazione Trump minaccia di scegliere, con un possibile braccio di ferro con la Cina, se non una guerra commerciale conclamata che vedrebbe gli Usa sottoporre a dazi le merci cinesi, con rischi di rappresaglie.