L’Inghilterra non esclude il cambio di sesso per i bambini e Leo ne è un esempio evidente. Leo vive a Lowstoft, ha dodici anni e, sebbene la sua vita sia cominciata da poco, non si è sempre chiamato Leo. Il giorno che è nato si chiamava Lily. Ora afferma “mi sarei ucciso se fossi rimasto una femmina”. Il cambio di sesso gli è stato possibile grazie alla clinica Tavistock and Portman di Londra. Lui è uno dei bambini, inutile chiamarli “ragazzini” per far suonare tutto più “adulto”, su i quali la clinica ha condotto i test per il trattamento ormonale. E’ semplice, funziona così: si deve intervenire prima dello sviluppo sessuale. Si deve bloccare la pubertà prima che si compia, in modo che dopo l’operazione avvenga con maggiore facilità. Al bambino vengono iniettati dei farmaci che agiscono sullo sviluppo degli organi sessuali bloccandolo. Eccolo il cambio di sesso: i bloccanti ipotalamici. E la clinica ne ha pronti anche per un pubblico di giovanissimi (ancora di più, se possibile ) visto che si stanno sviluppando anche per bambini di 9 anni.
Insomma, l’Inghilterra permette il cambio di sesso anche ai bambini. Non si deve accettare l’accaduto col buonismo di chi mantiene sempre la stessa posizione davanti alle più disparate notizie. Il trattamento, invasivo, profondo e permanente (almeno in linea di principio) non viene accordato senza il consenso dei genitori o se si riscontrano problemi mentali nel bambino. Ma lo sviluppo sessuale, la pubertà è una tappa fondamentale nella crescita e molto influisce sull’individuo. Arrestarla, non permettere che comporti le modifiche profonde a livello mentale è giusto ? E’ giusto bloccare l’arrivo del ciclo in una bambina? Il cambio di voce in un bambino? Una serie di interrogativi a cui sarà difficile dare risposte.