I ribelli si ritirano da Aleppo. Unicef: “Oltre 100mila bambini traumatizzati. Mai visto una situazione così drammatica”

I ribelli si ritirano da Aleppo. Unicef: “Oltre 100mila bambini traumatizzati. Mai visto una situazione così drammatica”
12 dicembre 2016

I ribelli si sono ritirati da sei nuovi importanti quartieri di Aleppo a fronte dell’avanzata dell’esercito e non ne rimane che una piccola “sacca di resistenza” nella seconda città della Siria. Lo ha riportato l’Osdh, l’Osservatorio siriano dei diritti umani. “C’è stato un crollo totale dei ribelli (…) la battaglia di Aleppo è vicina alla fine”, ha affermato Rami Abdel Rahmane, direttore dell’Osdh, che ha chiarito che i ribelli si sono in particolare ritirati dal quartiere di Boustane al Qasr, uno dei più fortificati. L’esercito siriano ha riconquistato un’area importante di Aleppo, confermando così il controllo di oltre il 90% dei quartieri orientali che erano stati occupati dai ribelli nella strategica seconda città del paese. Le forze fedeli al presidente Bashar al Assad hanno infatti riconquistato il quartiere di Cheikh Said, teatro da giorni di violenti combattimenti.

Aleppo era divisa sin dal 2012 tra le forze governative e i gruppi ribelli trincerati nella zona orientale. In meno di un mese, un’offensiva dell’esercito siriano e delle milizie alleate ha portato alla conquista della maggior parte della città. Intanto oltre 13mila civili, tra cui 5.831 bambini, sono fuggiti nelle ultime ore dalle zone orientali di Aleppo nelle mani dei ribelli per rifugiarsi nei quartieri sotto il controllo del governo siriano. Sale così a 130mila il numero degli sfollati da quando le forze del regime hanno lanciato un’offensiva per riconquistare la zona sotto il controllo dei ribelli. Per rispondere all’offensiva governativa, mentre altri raid aerei russi e siriani hanno colpito la città di Binnich, nel nord del paese e tenuta dai ribelli, almeno 4.000 miliziani dell’Isis, con una mossa a sorpresa, stanno cercando di riconquistare Palmira, la città martire patrimonio dell’Umanità, nonostante l’immediata risposta dell’aviazione di Mosca che li ha costretti, in un primo tempo, a ripiegare. La situazione al momento resta fluida e instabile.

Le decine di migliaia di bambini che vivono ad Aleppo sono tutti traumatizzati. “Lavoro per l’Unicef da 15 anni. Non ho mai visto in tutta la mia vita una situazione così drammatica come quella che stanno vivendo i bambini ad Aleppo”, ha dichiarato il responsabile dell’ufficio locale dell’Unicef, Radoslaw Rzehak. Il dirigente Onu stima che circa mezzo milione di bambini ad Aleppo abbia bisogno di sostegno psicologico e sociale e di questi circa 100mila hanno bisogno di un’assistenza specializzata. Secondo Rzehak dagli esami psicosociali preliminari i bambini che provengono da Aleppo Est e che sono riusciti a fuggire stanno “perdendo l’istinto basilare di difesa”. “Alcuni dei minori che hanno due, tre o cinque anni, tutto quello che conoscono ormai sono la guerra e le bombe. Per loro è normale essere bombardati, dover fuggire. Questa situazione mette i bambini a rischio perché per loro i raid non sono un pericolo. E’ la vita di ogni giorno”, ha concluso il responsabile dell’Unicef.

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