Premio Sakharov, le vincitrici yazide: leader Isis davanti a Cpi

Premio Sakharov, le vincitrici yazide: leader Isis davanti a Cpi
13 dicembre 2016

Le due giovani yazide d’Iraq, Nadia Murad e Lamia Haji Bashar, insignite del premio Sakharov dal Parlamento europeo, hanno chiesto oggi di consegnare alla giustizia internazionale i leader del gruppo dello Stato islamico. Le due donne sono diventate portavoci della comunità yazida, minoranza perseguitata dai jihadisti, dopo essere fuggite dalle mani dei jihadisti che le avevano ridotte alla schiavitù sessuale.

Le due giovani donne hanno sottolineato l’importanza non solo di sconfiggere militarmente l’Isis ma anche di condurre i suoi leader davanti alla Corte penale internazionale (Cpi). “Dobbiamo tradurre i suoi responsabili davanti alla Cpi perché il nome di Daesh (acronimo arabo dell’Isis, ndr) possa scomparire: ma gli effetti di Daesh proseguiranno fino a quando la giustizia non si sarà pronunciata”, ha detto Nadia Murad, sottolineando che “3.500 donne yazide” rimangono prigioniere di questo gruppo jihadista. “Quando abbiamo subito gli stupri, quando ci hanno vendute e rivendute, non abbiamo mai perso la fede in Dio, perché sappiamo che Dio è lì e non abbiamo mai pensato di vendicarci”, ha precisato da parte sua Lamia Haji Bashar, il cui volto porta le cicatrici dell’esplosione di una mina durante la fuga.
Le due giovani hanno espresso la speranza che il Premio Sakharov “per la libertà dello spirito” possa “aiutare a cambiare la percezione dei rifugiati da parte dei cittadini europei” in modo che “siano meglio tollerati”.

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