La quotazione in Borsa di Poste Italiane slitterà probabilmente all’anno prossimo. L’iniziale proposito del governo di portare a Piazza Affari il gruppo entro la fine dell’anno si scontra con la complessità di un’azienda che, da monopolista del servizio postale, si è trasformato in banca, operatore informatico e telefonico e gestore aereo con la compagnia Mistral. Insomma un conglomerato di servizi la cui radiografia economica non è affatto semplice. Così secondo il governo, che segue il dossier da vicino, il tempo necessario per lo sbarco sul listino milanese potrebbe essere più elaborato. La finestra temporale da dare all’ad Francesco Caio per consentirgli una due diligence (il controllo dei documenti contabili e dei bilanci) così laboriosa potrebbe essere più lungo. Il progetto che prevedeva la quotazione di una prima tranche di azioni entro la fine del 2014 potrebbe slittare alla prossima primavera.
Per ora è solo un’indicazione ma non è lontana dalla certezza se si considera che gli advisor, cioè le società che si occuperanno di assistere il Tesoro e l’azienda nelle fasi preparatorie, non sono stati ancora tutti nominati, che la pausa estiva è alle porte con il naturale rallentamento delle attività, e che da settembre resta un lasso di tempo limitato per affrontare le variabili complesse del dossier. Non solo. Anche il processo, così come scritto nel decreto del governo, rende plausibile la proroga visto che l’offerta di azioni riservate ai dipendenti allunga i tempi dei processi di definizione dell’offerta. Difficile dunque chiudere in tre mesi. La proroga traspare anche dalle dichiarazioni di Caio che ieri aggiornando il cda ha spiegato che “vista la dimensione e la complessità del gruppo e i tempi che sono stati necessari per altre privatizzazioni, le scadenze rappresentano una grande sfida, a cui non intendiamo sottrarci”. Le tempistiche dipenderanno molto anche dai tempi in cui si concluderanno alcune importanti attività in cui il gruppo è impegnato con le sue controparti istituzionali: Cassa Depositi e Prestiti, Ragioneria Generale Stato e Agcom.