L’Italia deve fare di piu’ per “gestire meglio la spinosa questione dei conflitti d’interesse”. Lo afferma il Gruppo di Stati contro la corruzione del Consiglio d’Europa (noto come gruppo Greco), nel rapporto pubblicato oggi. Al Paese si riconoscono gli sforzi compiuti nella lotta alla corruzione, con il gruppo Greco che elogia l’Italia per i provvedimenti adottati negli ultimi anni per far fronte al fenomeno. Tuttavia resta ancora del lavoro da fare sul fronte della prevenzione e del contrasto ai conflitti di interesse.
Qui serve “una profonda revisione del sistema attuale, compreso il consolidamento delle norme frammentarie che disciplinano la questione”, e si rendono necessari “meccanismi piu’ efficaci di controllo e di responsabilita’”. Al nostro Paese vengono rivolte 12 raccomandazioni, la cui attuazione sara’ valutata nella seconda meta’ del 2018. Si da’ dunque tempo un anno e mezzo per agire. In particolare si invita l’Italia ad adottare “regole chiare e applicabili” sul conflitto di interessi dei parlamentari, anche attraverso “lo sviluppo di un regime di ineleggibilita’ e di incompatibilita’” sulla base di un corpo normativo omogeneo delle disposizioni attualmente sparse tra i vari testi di legge. In secondo luogo, si suggerisce lo sviluppo di “forti restrizioni” su donazioni, regali, ospitalita’, favori e altri benefici concessi ai parlamentari. Si chiede ancora all’Italia di evitare conflitti di interesse futuri, attraverso uno studio per “identificare le restrizioni che potrebbe essere necessario applicare agli ex membri del Parlamento dopo la cessazione delle loro funzioni”.