Una fotografia che vuole essere più libera, anche di essere imperfetta. Il danese Jacob Gils è un fotografo che arriva dal settore commerciale e della moda, ma che ha sempre respirato l’atmosfera artistica e che, a un certo punto della sua carriera, ha deciso di cambiare strada.
“Mia madre e mio padre – ci ha detto – sono entrambi pittori, io sono cresciuto con i dipinti. Si sa che fotografare significa dipingere con la luce e quindi ho deciso di usare la fotocamera come un pittore”. Lo abbiamo incontrato alla galleria ProjectB di Milano, dove ha inaugurato la mostra “Movements”, composta di due serie, la prima delle quali dedicata proprio al movimento, come nel caso della grande immagine del Duomo meneghino. “Faccio molti scatti e mi sposto – ha aggiunto Gils – nel caso del Duomo sono partito dal lato sinistro della piazza e mi sono mosso fino al lato destro tenendo sempre il Duomo come soggetto e facendo si che le persone diventassero una sorta di trama”. L’obiettivo, nel caso di queste immagini in transito, è quello di andare oltre la semplice rappresentazione o, comunque, arricchire il vocabolario della stessa. “Io cerco di creare un sentimento – ha concluso il fotografo – una sensazione del Duomo piuttosto che una immagine precisamente definita… E’ più un compito della mente dello spettatore quello di entrarci dentro e vivere quella sensazione. Ho lavorato molto nella moda, dove tutto era perfetto, ma io ora voglio qualcosa che sia meno perfetto e che sia più reale”. Un’altra serie di lavori presenta invece immagini sensuali, anche qui in grado di farci quantomeno riflettere sull’idea di fotografia, e sui molteplici modi, nel caso di Jacob Gils possiamo dire anche impressionisti, in cui si può utilizzare la macchina fotografica. La mostra nella galleria di Emanuele Bonomi resta aperta al pubblico fino al 24 febbraio.