Terremoto, Gentiloni parla in un’Aula semivuota: “I soldi ci sono”. E difende la Protezione civile

Terremoto, Gentiloni parla in un’Aula semivuota: “I soldi ci sono”. E difende la Protezione civile
25 gennaio 2017

In un’aula del Senato semivuota, il presidente del consiglio, Paolo Gentiloni ha riferito sulla situazione di emergenza in Centro Italia, sconvolto dai terremoti e dal maltempo . Parte subito dai fondi. “Le risorse ci sono: 4 miliardi nella legge di bilancio e altri ci saranno come ho anticipato personalmente al presidente della commissione europea Jean Claude Juncker”. E difende la Protezione civile che “non è di destra né di sinistra” ma rappresenta “un patrimonio del Paese”, sottolinea che “ritardi non ci sono stati” né ci saranno, assicura che “le risorse ci sono, 4 miliardi in legge di bilancio” e “altri” – “come ho anticipato personalmente a Juncker” – e auspica “la verità” sulla tragedia di Rigopiano. Il premier non replica dopo i pochi interventi dei senatori ma rintuzza in venti minuti di discorso tutte le polemiche. Guai “ad avvelenare i pozzi”, guai a “cercare capri espiatori”, “le leggi ci sono” e l’unico modo per non far sentire “soli” gli italiani colpiti dall’emergenza maltempo e dalle ripetute scosse di terremoto in Centro Italia è che “ognuno faccia il suo dovere, la sua parte”.

CAPRI ESPIATORI Resteranno nella mente le immagini della tragedia e dei lutti ma anche, insiste Gentiloni con la voce leggermente incrinata dall’emozione, quelle dei soccorritori, “cittadini italiani esemplari”, “immagini della generosità e del senso del dovere, dello Stato che mobilita tutte le sue energie”. Perché su questo, ribadisce il presidente del Consiglio, non ci devono essere dubbi, è stato fatto tutto e, in particolare nella tragedia dell’hotel di Rigopiano travolto da una slavina, “ogni sforzo possibile è stato messo in atto per salvare vite umane” e con “ogni mezzo” dalle “pelli di foca fino all’ultima generazione di sonde a vapore”. Su quanto accaduto a Rigopiano saranno le inchieste giudiziarie ad appurare le responsabilità e la verità che il governo non teme. Ma, attacca il premier, “non condivido la voglia di capri espiatori e giustizieri anche perché la storia è lesta a trasformare i giustizieri in capri espiatori”. Nel momento di “apice” della crisi, puntualizza Gentiloni, “il 18 e 19 gennaio” erano “177mila le utenze non allacciate, “oggi ne sono rimaste solo alcune alcune centinaia nel Teramano” ma comunque il governo “verificherà”.

Leggi anche:
Ultimo G7 a guida Italia: Medio Oriente e Ucraina, si cerca una via di pace

SILONE Una rassicurazione anche sul rischio dighe: sono 40 quelle nell’area del sisma e “sono state ripetutamente verificate negli ultimi mesi” anche per “evitare il diffondersi di voci incontrollate su rischi esagerati”. Ora bisogna pensare alla “ricostruzione” e “la prossima settimana vareremo un decreto. Nessuno immagini che sarà un ritorno all’indietro – avverte il premier -. Sarà un passo avanti molto mirato nei suoi obiettivi”. Infine Gentiloni rivendica “le decisioni prese dal governo presieduto da Matteo Renzi a partire dalla prima crisi, quella di fine agosto” spiegando di volersi muovere “in continuità con quelle scelte” e di avere finora compiuto quelle “giuste e necessarie”. Gentiloni ha terminato la sua relazione a Palazzo Madama citando “un grande abruzzese”, Ignazio Silone, che “ammoniva con parole amarissime sulle conseguenze del terremoto che era fenomeno abituale nelle sue terre: passata la paura la disgrazia si trasforma in occasione per l’ingiustizia”. “E’ nelle nostre mani evitare che, passata la disgrazia, questa si trasformi in ulteriore ingiustizia – ha concluso -. Lo abbiamo fatto in tanti luoghi del nostro Paese, lo faremo anche in queste regioni del centro Italia”.

Valanga Rigopiano, Senato in piedi con Gentiloni per le vittime

Segui ilfogliettone.it su facebook
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Se avete correzioni, suggerimenti o commenti scrivete a redazione@ilfogliettone.it


Commenti