Mostre, Taormina futurista: arte-azione al G7 tra Balla e Sironi

Mostre, Taormina futurista: arte-azione al G7 tra Balla e Sironi
25 gennaio 2017

(in foto: Giacomo Balla  “Forze di paesaggio – Cocomero”, tempera su carta intelata)

Un 2017 sempre più internazionale per Taormina che, in clima di G7, ospiterà un grande evento che vedrà in esposizione le più interessanti espressioni artistiche e le opere degli artisti di spicco del movimento futurista italiano, Giacomo Balla, Gino Severini, Umberto Boccioni, Luigi Russolo, Romolo Romani, Carlo Erba, Arnaldo Ginna, Carlo Carrà, Leonardo Dudreville, Mario Sironi, Arturo Ciacielli, Roberto Marcello Baldessari, Farfa, Ivo Pannaggi, Virgilio Marchi, Julius Evola, Enrico Prampolini, Fortunato Depero, Francesco Cangiullo, Benedetta, Fillia, Gerardo Dottori, Giulio D’Anna, Tullio Crali, Bruno Munari, Anton Giulio Bragaglia, Arturo Bragaglia, Alfredo Gauro Ambrosi, Tato, Elia Vottero, Angelo Rognoni, Riccardo Ricas, Domenico Belli. Dal 10 marzo al 14 giugno nell’Ex Chiesa del Carmine arriverà “Il Futuro sopravvenuto – Arte-azione, comunicazione e post-umano nel Futurismo”, un mostra con 70 opere provenienti principalmente dall’archivio Futur-Ism, dalla Collezione Ventura, dalla Collezione Trust Aletta, alcune delle quali esposte nelle mostre storiche organizzate dal movimento futurista in grandi rassegne internazionali dell’epoca, come la Biennale di Venezia del 1930 e, dopo lo scioglimento del movimento nel 1944, in alcuni tra i più prestigiosi musei del mondo, come il Centre Pompidou e il Muse e d’Orsay di Parigi o il Guggenheim Museum di New York

Leggi anche:
Ron Howard e l'Eden perduto: un'anteprima mondiale a Torino,

La mostra, curata da Giancarlo Carpi e Giuseppe Stagnitta in collaborazione con Serena Dell’Aira, patrocinata dal Comune di Taormina e voluta fortemente dall’Assessore alla Cultura Mario D’Agostino, comprende opere degli artisti di spicco del movimento futurista italiano, ma non vuole ripercorrere l’intera storia del futurismo (1909-1944), bensì concentrarsi sul momento in cui i futuristi presero coscienza di una necessaria connessione tra Arte e Vita (1915-1944), che collegherà anche la fine del futurismo con l’arte pop e con informale del dopoguerra. L’importante “Complesso plastico colorato di frastuono + Velocità” di Giacomo Balla, opera riprodotta anche nel Manifesto “ricostruzione dell’universo” del 1915 costituisce il nucleo principale della mostra. Verranno esposti manifesti, prime edizioni firmate del manifesto futuristi di Marinetti, abiti futuristi e un’installazione sonora con l’intona rumori di Russolo, nella cripta dell’ex chiesa, collana “Futurismo, antologia di rumori futuri” di Antonio Latanza e Daniele Lombardi. Inoltre per due domeniche al mese saranno presentati eventi collaterali con esperti contemporanei per ogni settore delle Arti Futuriste: Performance Poetica Futurista, Musica Futurista, proiezioni tematiche e Cucina Futurista. In occasione del G7 l’artista Geo Florenti illuminerà senza consumo di energia un’opera significativa in mostra.

Segui ilfogliettone.it su facebook
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Se avete correzioni, suggerimenti o commenti scrivete a redazione@ilfogliettone.it


Commenti