Triennale, de Gruyter e Thys: una mostra che sogna se stessa

Triennale, de Gruyter e Thys: una mostra che sogna se stessa
31 gennaio 2017

Mettere in scena l’idea stessa di una mostra. E’ questo l’obiettivo, ambizioso e contemporaneo, che Jos de Gruyter & Harald Thys si sono dati per la loro prima mostra personale in una istituzione italiana, “ELEGANTIA”, allestita alla Triennale di Milano, curata da Francesco Garutti, che così ce li ha presentati: “Sono due artisti belgi che lavorano in coppia da ormai trent’anni, dal primo periodo accademico al Sint Lucas College di Bruxelles hanno iniziato una pratica che è stata innanzitutto cinematografica, sono partiti dai film per poi arrivare a esplorare altri media come la scultura, il disegno, la performance e il lavoro sul suono”.

La mostra, che documenta la meravigliosa passione di de Gruyter & Thys per la compilazione ossessiva di cataloghi e liste, presenta opere diverse, tutte però associate all’affascinante idea del miraggio, qualcosa che possiamo vedere o, meglio desiderare, ma mai raggiungere davvero. Molto concreta e diretta, invece la relazione tra la mostra e lo spazio che la ospita. “E’ una mostra – ha aggiunto Garutti – che ha a che fare direttamente con l’architettura di Triennale e che nella relazione tra le opere e lo spazio trova la sua forza”. Una forza che si declina in vari modi, legati sia a una consapevolezza inconscia delle nostre proiezioni, sia alla storia degli spazi della Triennale. “In questo spazio bianco, algido, – ha detto ancora Garutti – abbiamo una mostra classica sulle belle arti, però astratta, concepita come quasi fosse un sogno di stessa. La relazione con lo spazio di Triennale trova corpo in tutte e tre le sale di ELEGANTIA, innanzitutto a partire da questa grande enfilade, che abbiano costruito e concepito da una prospettiva forzata, quindi come un monumento che cita l’arco dell’architettura romana e industriale di Triennale e contemporaneamente ne esaspera le forme”. Il tutto partendo dalla prospettiva – o presunta tale, della sala che accoglie il visitatore all’ingresso dell’esposizione. “Al termine di questa enfilade – ha concluso il curatore – lo spettatore si rende di come tutto questo percorso, questa macchina e questo display in qualche modo classico è in realtà semplicemente un artificio ottico, quindi il monumento implode su se stesso”. “ELEGANTIA”, con le sue suggestioni aperte e i suoi innumerevoli occhi, resta in Triennale fino al 19 marzo.

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