L’Iran ha deciso di vietare l’ingresso ai lottatori statunitensi, che avrebbero dovuto partecipare alla Coppa del mondo, in programma il 16 e 17 febbraio a Kermanshah, nella parte occidentale del Paese. Si tratta della prima decisione presa dalle autorità di Teheran in risposta all’ordine esecutivo firmato una settimana fa dal presidente Donald Trump, che per 90 giorni ha vietato l’ingresso negli Stati Uniti dei cittadini di sette Stati, tra cui l’Iran, che rappresenterebbero, per la Casa Bianca, un pericolo per la sicurezza. Bahram Qasemi, un portavoce del ministero degli Esteri, ha detto che una commissione speciale ha analizzato il caso, decidendo di “opporsi alla visita della squadra statunitense di lotta libera”; la decisione della Casa Bianca, ha aggiunto, “non ha lasciato altra scelta” all’Iran, secondo quanto riportato dall’Irna, l’agenzia di stampa statale.
ROHANI Il presidente americano Donald Trump è “un principiante della politica”. E’ l’affondo di Hassan Rohani (foto) presidente dell’Iran, espresso alcuni giorni fa nel corso di una trasmissione alla televisione di Stato. In attesa della visita in Russia, in programma quasi sicuramente a marzo, in cui parlerà con Vladimir Putin anche della nuova politica estera degli Stati Uniti, Rohani è tornato ad attaccare Trump, sull’ordine esecutivo che ha chiuso le porte degli Usa ai cittadini iraniani. “Oggi non è più il tempo d’innalzare muri fra le nazioni, le autorità americane si sono dimenticate della distruzione del Muro di Berlino”, aveva detto. E nel suo discorso televisivo Rohani ha ribadito come “non è questo il momento per separare le persone”. Poi ha aggiunto che Trump “è nuovo in politica. Viene da un mondo diverso. È un ambito completamente nuovo per lui. Ci vorrà molto tempo e costerà molto agli Usa prima che impari quello che sta succedendo nel mondo”.
SPORT POPOLARE La lotta è molto popolare in Iran e la squadra statunitense ha combattuto nel Paese a partire dalla Takhti Cup del 1998, dopo un’assenza di quasi 20 anni, a causa delle difficili relazioni diplomatiche tra Teheran e Washington. Secondo i media statunitensi, dal 1998 i lottatori statunitensi hanno gareggiato in Iran per 15 volte, mentre gli iraniani hanno partecipato a 16 competizioni negli Stati Uniti a partire dagli anni ’90. Da giorni, in realtà, la federazione statunitense non era molto ottimista sulla partecipazione della sua squadra, composta da 13 atleti, due allenatori e da altri membri dello staff. Inutile il tentativo della United World Wrestling, la federazione internazionale, che aveva espresso il desiderio di vedere gli atleti statunitensi in Iran, visto che “la cooperazione tra le federazioni di questi due Paesi è diventata un punto di riferimento per il nostro sport. I lottatori di queste nazioni hanno sempre mostrato il più alto livello di sportività e le loro sincere interazioni sono diventate sinonimo della capacità del nostro sport di trascendere la politica”. Le tre precedenti edizioni della Coppa del Mondo di lotta libera maschile erano state disputate a Los Angeles, negli Stati Uniti: a vincere era stata sempre la squadra iraniana.