I tentativi del governo egiziano di mediare un accordo di pace tra il primo ministro libico Fayez al Sarraj (foto) e l’uomo forte della Cirenaica Khalifa Haftar sono falliti ieri sera dopo il rifiuto del generale di incontrare il capo del governo di unità nazionale. Lo riferisce oggi il Libya Herald, spiegando che Sarraj ha già lasciato il Cairo per fare ritorno a Tripoli. Secondo Mohamed Samir, un portavoce dell’esercito egiziano citato dal giornale, Sarraj e Haftar avrebbero raggiunto un accordo durante colloqui indiretti per tenere elezioni parlamentari e presidenziali in Libia nel febbraio del 2018. Una fonte del campo di Haftar ha però riferito al Libya Herald che mentre Sarraj ha accettato la proposta, che lo vedrebbe in carica ancora per un anno, il generale della Cirenaica l’ha rifiutata.
LA COMMISSIONE Da parte sua, il presidente della Camera dei Rappresentanti (HoR), Ageela Saleh, che era volato al Cairo ieri, ha detto di considerare la proposta non vincolante, pur confermando l’intenzione di voler valutare l’idea. Dopo gli incontri separati di ieri al Cairo, Sarraj e Haftar erano attesi a colloqui diretti, alla presenza del presidente egiziano Abdel Fatteh Al Sisi. Ma Sarraj è rimasto in attesa tutto il giorno nel suo albergo, Ageela Saleh ha fatto altrettanto in un altro hotel, mentre funzionari egiziani dell’intelligence hanno cercato di fare pressioni su Haftar per una soluzione di compromesso. I tentativi si sono rivelati inutili e Haftar, ha spiegato il quotidiano libico, ha rifiutato di accettare il piano di Sarraj di una presidenza tripartita, un governo indipendente, la posizione di comandante in capo attribuita congiuntamente ai capi della presidenza del Consiglio, della Camera dei Rappresentanti e del Consiglio di Stato, e della costituzione di un Consiglio militare supremo con la presenza di Haftar. L’unico progresso registrato al termine dei colloqui, ha concluso il quotidiano, è che entrambe le parti hanno convenuto sulla costituzione di una Commissione di 15 membri ciascuno della Camera dei Rappresentanti e del Consiglio di Stato per emendare l’Accordo politico sottoscritto a Skhirat, in Marocco, nel dicembre del 2015.