Tutti convinti: “Pd a Palermo è finito”. Orlando: “Non può aspirare a nessun protagonismo”

Tutti convinti: “Pd a Palermo è finito”. Orlando: “Non può aspirare a nessun protagonismo”
29 marzo 2017

Sono tutti convinti che a Palermo “il Pd è finito”. E non solo gli avversari dei Democratici, ma soprattutto gli stessi inquilini del Nazareno. “Quello che sta succedendo a Palermo è grave e conferma tutte le nostre preoccupazioni sulla condizione del partito – tuonano i senatori del Pd Camilla Fabbri, Valeria Cardinali, Rosaria Capacchione, Salvatore Tomaselli, Stefano Vaccari, Daniele Borioli -. Continuiamo ad evidenziare, poi, come la scarsa partecipazione al Congresso sia sintomatica di un allontanamento del nostro popolo, estraneo ad un confronto sempre più simile ad una conta per la leadership che ad una discussione su idee e programmi per il Paese”. Secondo i senatori dem, a Palermo, “la decisione di non presentare nemmeno il nostro simbolo, testimonia una deriva pericolosa, per cui ci si preoccupa più della gestione del potere che del profilo che dovrebbe avere un partito come il Pd, cardine di un centrosinistra allargato”. A rincarare la dose, pensa il candidato alla segreteria, Andrea Orlando.

“Credo che la questione di Palermo sia il segno che un partito prostrato non puo’ aspirare a nessun protagonismo”, sottolinea il Guardasigilli. In merito alle attività di voto nei circoli, “c’e’ una risposta positiva, ma siamo ancora un po’ alla dinamica manifestanti e questura per quello che riguarda i numeri”. Parlando di cifre, Orlando puntualizza che “oggi abbiamo complessivamente i dati del 13,5 dei circoli e abbiamo raccolto il 31,6 per cento. La percentuali di Renzi e’ del 65 per cento circa. Sono 235 i circoli in cui la nostra mozione e’ risultata prevalente e’ abbiamo raggiunto il 37 in Liguria e il 48 in Valle D’Aosta”, ha aggiunto Orlando, annunciando che “terremo la Conferenza Programmatica l’8 aprile alla Fiera d’Oltremare a Napoli: partiremo dalla crisi dell’Italia e delle classi dirigenti. Il sottotitolo sara’ ‘Il lanciafiamme che non c’e’ stato'”. Altra benzina sul fuoco della polemica sul simbolo del Pd a Palermo dove il Partito democratico concorre con Alfano, la mette Francesco Laforgia, capogruppo di Articolo 1 – Mdp a Montecitorio: “La Sicilia ha sempre, politicamente, anticipato i fenomeni nazionali. E anche questa volta, Palermo battezza il Pdr e sancisce, di fatto, la fine del Pd”. In altri termini, “A Palermo il centrosinistra si fa così: da Faraone a Alfano, passando per Lombardo. Si chiamano Democratici e popolari. Una lista, un ossimoro. Manca solo Cuffaro nell’album della famiglia allargata. Quando arriverà uccideranno il vitello grasso”, ribatte invece il deputato di Mdp, Arturo Scotto.

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