Berlusconi ‘vola’ al Salone Mobile: doppia moneta, legge elettorale e botte a M5s

Berlusconi ‘vola’ al Salone Mobile: doppia moneta, legge elettorale e botte a M5s
5 aprile 2017

Arriva in elicottero, si concede subito ai fotografi, e al caffè di benvenuto offertogli dai vertici del Salone del Mobile in men che si dica affronta tutti i temi di politica: le alleanze, la legge elettorale, il suo programma “innovativo”, gli affondi contro il MoVimento Cinque Stelle. E poi il Milan, Mediaset e Vivendi. Silvio Berlusconi fa visita all’Italia “lavoratrice, sognatrice e visionaria”, quella che “nonostante l’oppressione fiscale e burocratica” porta il Made in Italy nel mondo. E lì ritrova per un giorno la sua verve: comprese le battute con le tante ammiratrici che gli si avvicinano per chiedergli una foto insieme: “Vuole che mi spogli?”, dice ad una signora particolarmente espansiva. Ma quello che sta a cuore all’ex premier è ritrovare la sintonia con il suo mondo, “gli italiani che lavorano”, come li chiama lui, che ribadisce di voler coinvolgere nel governo del Paese, assieme alle altre categorie produttive e ai professionisti: “Vedrò i vertici di avvocati e commercialisti”, spiega, mentre i suoi raccontano: “Ora che è tornato in campo, in tanti chiedono di parlare con lui, ascoltare i suoi progetti”. Tanto che il pranzo con gli imprenditori del settore dalla una si protrae fino alle 15 e mezza.

E a contraltare dell'”Italia che lavora”, Berlusconi sceglie come bersaglio i Cinque Stelle: “Molti di loro prima di fare i parlamentari non avevano mai presentato una dichiarazione dei redditi, non avevano mai fatto nulla di buono per il Paese”. Con annesso aneddotto-barzelletta, della portinaia che non pulisce le scale “per impegni parlamentari”. Insomma, tra i parlamentari “c’è molta ignoranza”. Ma l’idea di proporsi come alternativa ai Cinque Stelle emerge anche dai discorsi più ‘politici’. Innanzitutto sui rischi annessi ad un sistema maggioritario: “Può portare una minoranza estrema del 15% a governare contro l’85%, non si può chiamare democrazia”. Un chiaro riferimento al ‘rischio’ di una vittoria M5s. E poi con la stroncatura del reddito di cittadinanza: “Indurrebbe tutti a non lavorare”, taglia corto l’ex Cavaliere, oltre ai costi insostenibili: “Oltre 90 miliardi”, sostiene Berlusconi. Meglio la sua di proposta, rivendica, cioè quella di una doppia moneta: “L’euro per le esportazioni, le Am Lire per l’economia interna”. Così si tornerebbe alla possibilità di “stampare moneta”, con la quale garantire a tutti i cittadini un “reddito di dignità” variabile a secondo del contesto in cui si vive. Proposta che contrasta però anche con la voglia della Lega diuscire dall’euro: “Il programma è stato approvato da Salvini e dalla Meloni al 95%”, col problema però che il leader leghista “vuole uscire dall’euro”. Forse anche per questo il leader di Forza Italia prende tempo sulle alleanze: “Senza sapere che legge elettorale ci sarà è impossibile prendere decisioni in nessuna direzione”. Le ultime battute Berlusconi le concede ai giornalisti sulle questioni che riguardano le sue aziende: su Mediaset si limita a dire di essere “l’ultimo a sapere cosa farà Vivendi”, mentre sul Milan conferma i tempi del closing con i cinesi: “Il 13 o il 14 aprile”.

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