Bando nidi, la carica dei mille contro la Raggi

Bando nidi, la carica dei mille contro la Raggi
Il sindaco di Roma, Virginia Raggi
7 aprile 2017

Maestre e operatori dei nidi convenzionati e in concessione della capitale, famiglie e gruppi politici d’opposizione, si ritroveranno in piazza del Campidoglio sabato 8 aprile alle 10.30 per protestare contro il nuovo bando per l’iscrizione dei piccoli romani ai nidi pubblicato da qualche giorno dalla Giunta Raggi. In oltre un migliaio presidieranno il Comune, secondo le stime degli organizzatori, perché sarebbe a rischio la sopravvivenza stessa del sistema integrato pubblico-privato dei servizi all’infanzia di Roma capitale. Il nuovo bando, a differenza dei precedenti, chiede, tra l’altro, alle famiglie di indicare tra le prime tre strutture scelte solo nidi comunali che l’amministrazione capitolina gestisca direttamente. Solo la quarta, quinta e sesta scelta indicate potranno essere private. Le strutture educative in convenzione, cioè gestite da privati e in immobili privati, o concessionarie, cioè gestire da privati in strutture pubbliche, non dovranno, per di più, distare dalla residenza dei piccoli più di 300 metri. “La delibera approvata dalla Giunta capitolina annulla, così, di fatto la possibilità per le famiglie di scegliere in autonomia tra strutture pubbliche e convenzionate – ha spiegato la consigliera capitolina del Pd Valeria Baglio, annunciando l’adesione del suo gruppo alla protesta e la loro presenza in piazza – minando così un equilibrio che garantiva ai bambini romani un’elevata qualità”.

Il consigliere di Fdi-An Maurizio Politi, tra i promotori del presidio, spiega inoltre che “i nidi cosiddetti privati offrono un servizio riconosciuto anche dalla presente amministrazione come di grande qualità, e a fronte di un costo-bambino per l’amministrazione di 6-700 euro per il convenzionato e di 4-500 euro per i nidi in concessione, che lievita in gestione diretta a 1.300-1.500 euro. E’ chiaro che anche noi siamo per valorizzare al massimo per le strutture pubbliche, ma non si può fare a danno dell’offerta educativa, della libertà di scelta delle famiglie e della sostenibilità economica di un comparto d’eccellenza. Sono posti di lavoro che si perdono di cui l’amministrazione Raggi forse ancora non è consapevole”. In questo anno educativo – aveva spiegato l’assessora Capitolina alla Scuola Laura Baldassarre presentando il bando – abbiamo liste d’attesa annuali con 915 bambini e 1.666 posti vacanti ma, soprattutto, circa 4.500 rinunce: è evidente che il sistema precedente non funzionava. Abbiamo anticipato anche i tempi di apertura, che partiranno il prossimo 10 aprile”. L’assessora, nel suo percorso partecipato d’ascolto della città, ha più volte incontrato operatori e famiglie, e nella delibera, ad esempio, è stata inserita proprio su pressione dei genitori la possibilità di indicare fra le prime opzioni, un nido a gestione privata se già frequentato da un fratellino o una sorellina del nuovo iscritto.

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“E’ sicuramente necessario rafforzare le strutture pubbliche ed evitare che ci siano da una parte liste d’attesa e dall’altra posti vuoti nelle strutture – sottolinea Valeria Baglio -. Con la precedente Giunta avevamo avviato un percorso per la razionalizzazione della rete che garantiva meccanismi in costante adeguamento dell’offerta di posti rispetto alla domanda”. “Il calo degli iscritti lamentato spesso dall’assessora Baldassarre – obietta Politi – in realtà è stato causato da un lato dall’innalzamento delle tariffe introdotto dalla Giunta Marino, dall’altro dal ricalcolo dell’Isee operato dal Governo Renzi, che ha reso ancor meno inaccessibile il servizio a un numero ancor maggiore di famiglie. Questo potrebbe essere il colpo di grazie”. Per fare un lavoro che non sia distruttivo, secondo il Pd “è necessario continuare nello studio approfondito dei territori per intervenire solo dopo con le misure più adeguate. Diversamente si rischia di far saltare un sistema oggi integrato e di affossare anni di battaglie e di conquiste per un servizio fiore all’occhiello della città”. Il consigliere di Fdi Politi suggerisce un correttivo “ragionevole, e assolutamente fattibile dal punto di vista amministrativo, che potrebbe limitare un po’ i danni: permettere alle famiglie di proporre per i propri figli strutture che distino fino a un chilometro dalla propria abitazione. Sarebbe ugualmente punitivo per quartieri a urbanizzazione diffusa, anche in periferia, ma in molte zone popolari permetterebbe una vera scelta. Non è realistico prevedere da un’amministrazione come quella del M5S un passo indietro vero – sottolinea – ma ci aspettiamo che la sindaca Raggi intervenga concretamente fin da sabato per difendere i diritti dei romani più piccoli”.

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