“Il Partito Popolare Europeo non gradisce la mia presenza nel suo gruppo per via del mio cognome. Non vuole il mio cognome nel Ppe”. Alessandra Mussolini non nasconde la sua amarezza. Il suo caso rischia di rendere ancora più tesi i rapporti tra Forza Italia e i vertici del Ppe, già messi a dura prova dal presunto complotto ordito ai danni di Berlusconi nell’autunno del 2011. Stando a quanto racconta la neoeletta europarlamentare azzurra, nei giorni scorsi emissari del Partito Popolare Europeo avrebbero avvicinato alcuni esponenti di primo piano di Forza Italia, tra cui il vicecommissario Ue Antonio Tajani, per esprimere la propria preoccupazione sull’eventuale iscrizione di Alessandra Mussolini nell’eurogruppo del Ppe. Tutta colpa di quel cognome “scomodo”.
Onorevole Mussolini, ci racconta cos’è successo?
“Alcuni esponenti del Ppe hanno avvicinato Tajani e altri europarlamentari di Forza Italia per comunicare che non mi gradiscono nel Gruppo del Ppe. E, a tal proposito, hanno annunciato che domani (oggi, ndr), ci sarà una contestazione a Strasburgo (oggi scade il limite per la formazione dei Gruppi per la nuova legislatura dell’Europarlamento, ndr)”.
E perché non la vogliono?
“Secondo lei?”.
D’accordo, il problema è quel “Mussolini”. Ma se ne sono accorti solo adesso?
“Infatti. Le liste le conoscevano da tempo, perché non hanno manifestato il loro disagio prima? Forse perché avevano bisogno dei nostri voti. Anzi, le dirò di più”. “Io ho preso 82mila preferenze. Che, però, per loro evidentemente non valgono nulla. Ci sono 82mila persone che hanno scritto il mio nome sulla scheda. E chi è che adesso non mi vuole nel Ppe? Gli esponenti tedeschi e finlandesi che non hanno preso neanche un voto, visto che nei loro Paesi sono previste le liste bloccate”.
Si aspetta qualche gesto di solidarietà da parte dei suoi colleghi di Forza Italia?
“Senta, io non mi aspetto solidarietà da nessuno. E sa perché? Il problema non è la mia persona. ma il voto degli italiani che non è rispettato dai tedeschi. E per questo che secondo me deve intervenire il presidente del Consiglio Matteo Renzi. Perché questa è una lesione della sovranità popolare dell’Italia, non mia. Se vogliono addirittura scrivere le nostre liste elettorali, cosa potranno fare con le politiche economiche? E queste persone hanno il coraggio di definirsi democratiche?”.