Cento giorni di Trump, tutte le proteste degli americani contro il presidente

29 aprile 2017

Oggi, il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, festeggerà i suoi primi cento giorni alla Casa Bianca. Cento giorni scanditi, anche, dalle proteste di chi non si rassegna ad averlo come 45esimo capo di Stato, iniziate il giorno del suo insediamento. Il giuramento di un presidente è solitamente un giorno di celebrazioni. Quest’anno, però, migliaia di persone hanno manifestato in tutto il Paese, il 20 gennaio, per dire ‘no’ a Trump. Il giorno dopo, oltre 5 milioni di persone, secondo gli organizzatori, avrebbero partecipato alle varie “Marce delle donne” organizzate negli Stati Uniti e all’estero, per manifestare a favore dei “diritti delle donne”, minacciati dal nuovo presidente; solo a Washington, presenti più di un milione di manifestanti. Contro il ‘travel ban’ Una settimana dopo il giuramento, il presidente ha firmato un ordine esecutivo per bloccare temporaneamente l’ingresso dei rifugiati e dei cittadini di sette Paesi a maggioranza musulmana (Iran, Iraq, Siria, Sudan, Yemen, Libia e Somalia), scatenando le proteste in tutto il Paese e all’estero, anche di leader politici come la cancelliera tedesca, Angela Merkel, e il ministro degli Esteri francese, Jean-Marc Ayrault. All’inizio di marzo, Trump ha firmato un nuovo ordine esecutivo, dopo che il ‘travel ban’ era stato bloccato in tribunale, ma anche questo ha subito lo stop dei giudici.

RESIST Il termine ‘Resist’ è diventato centrale nelle proteste contro il nuovo presidente. Pochi giorni dopo l’insediamento di Trump, alcuni attivisti di Greenpeace hanno scalato una gru vicino alla Casa Bianca e hanno appeso uno striscione gigante con la scritta ‘Resist’. L’11 febbraio, migliaia di persone si sono riunite a San Francisco al grido di ‘Resist’ e un nuovo movimento, chiamato #ResistTrumpTuesdays, ha preso forma, con l’obiettivo di manifestare una volta alla settimana contro l’amministrazione Trump. Un giorno senza immigrati Il 16 febbraio: negozi chiusi, studenti a casa e manifestanti per le strade nel ‘Day Without Immigrants’, un movimento nato per protestare contro l’agenda di Trump sull’immigrazione, dal ‘travel ban’ alla costruzione del muro con il Messico. Per dimostrare l’importanza degli immigrati per l’economia statunitense, il movimento chiedeva agli immigrati di non lavorare, non andare a scuola e non fare acquisti. Non è il mio presidente Tradizionalmente, il terzo lunedì di febbraio si celebra il “Giorno dei presidenti”, in onore di tutti i capi di Stato. Quest’anno, si è festeggiato il 20 febbraio, a un mese dall’insediamento di Trump: un motivo in più per organizzare manifestazioni nel Paese contro il presidente, al grido di “Not My President” e “Resist”.

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UN GIORNO SENZA DONNE Dopo il successo delle “Marce delle donne”, il gruppo ha organizzato un nuova manifestazione contro il tycoon: “A Day Without a Woman”, in occasione della Giornata internazionale delle donne. In questo caso, si chiedeva alle donne di non andare al lavoro o a scuola e di non acquistare nulla, per mostrare l’importanza delle donne per l’economia mondiale. Inoltre, si sono date appuntamento nelle piazze statunitensi per chiedere pari diritti e protestare contro le politiche dei repubblicani sull’aborto. No alla guerra in Siria Il 6 aprile, gli Stati Uniti hanno lanciato 59 missili contro una base aerea siriana, in risposta a un attacco con armi chimiche contro la popolazione, di cui è stato accusato il presidente Bashar al-Assad. In numerose città statunitensi e in diversi Paesi, tra cui il Canada, i cittadini hanno manifestato contro l’attacco e una possibile escalation del conflitto. Tax March Il 15 aprile, a tre giorni dal cosiddetto Tax Day, il giorno entro cui bisogna presentare le dichiarazioni dei redditi, molti cittadini hanno manifestato in diverse città per chiedere al presidente di rendere note le sue. Secondo gli organizzatori, più di 125.000 persone avrebbero partecipato alle proteste, chiedendo anche un sistema fiscale più giusto; si sarebbero tenute più di 150 manifestazioni in tutto il Paese. Marcia per la scienza Il 22 aprile, Giornata della Terra, migliaia di scienziati e altri cittadini sono scesi in strada per una “March for Science”, per sottolineare l’importanza della ricerca scientifica. È stata l’occasione anche per criticare l’agenda di Trump sull’ambiente e le tesi che negano il coinvolgimento umano nel riscaldamento globale.

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