Una strage ancora senza mandanti

Una strage ancora senza mandanti
1 maggio 2017

Un giorno di morte, una strage su cui ancora non e’ stata fatta piena luce: il 1 maggio del 1947 il bandito di Montelepre, Salvatore Giuliano e i suoi complici spararono sui lavoratori siciliani riuniti a Portella della Ginestra, in provincia di Palermo, per celebrare la Festa del Lavoro. I morti furono 11, 8 adulti e 3 bambini, a cui si aggiunsero 3 persone decedute successivamente. Oltre 60 le persone ferite. Una folla di lavoratori, donne, bambini e anziani, 70 anni fa, si era data appuntamento per ascoltare il discorso di alcuni dirigenti del Pci in occasione della Festa del Lavoro, tornata al 1 maggio dopo che era stata spostata dal regime fascista al 21 aprile, il ‘Natale di Roma’. Nell’area, tra i comuni di piana degli Albanesi, San Giuseppe Jato e San Cipirello molte persone, circa 2.000, si erano ritrovate anche per festeggiare la vittoria del ‘Blocco del Popolo’ (coalizione di socialisti e comunisti) alle elezioni regionali del 20 aprile e per manifestare contro il latifondismo. La folla fu colpita da una raffica di colpi di mitra della banda di Giuliano.

DOPO LA STRAGE Nel mese successivo l’eccidio dei lavoratori, avvennero in diversi paesi del palermitano attentati con mitra e bombe a mano contro le sedi del Pci: il bilancio fu di un morto e diversi feriti. Sui luoghi degli attentati vennero lasciati volantini firmati dal bandito Giuliano. La Cgil proclamo’ lo sciopero’ generale accusando il governo di voler soffocare la rivolta contro i latifondisti nel sangue. –

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LE FAMIGLIE CHIEDONO VERITA’ I mandanti politici della strage, dopo tanti anni, ancora non sono noti. Le famiglie delle vittime chiedono verita’ e parlano di ’70 anni di segreti di Stato’. “Anche questo anniversario sara’ caratterizzato dalla mancanza di verita’ e di giustizia. La nostra richiesta alle massime autorita’ dello Stato di rendere pubblici tutti gli atti istruttori relativi al procedimento sui mandanti di Portella istruito negli anni ’50 dalla Procura di Palermo, non e’ stata ancora accolta nonostante la direttiva Prodi del 2 maggio 1998 di desecretare tutti i documenti attinenti la strage di Portella della Ginestra”, dice l’Associazione dei familiari e dei sopravvissuti della strage.

APPELLO DI GRASSO “Quella di Portella della Ginestra – sono le parole del presidente del Senato, Pietro Grasso – e’ stata una strage politica, attuata da banditi, mafia, politici e con risvolti internazionali. Bisogna insistere nella ricerca, non ci si puo’ arrendere al tempo che inesorabilmente rende piu’ complessa la ricerca della verita’ e che affievolisce l’attenzione dell’opinione pubblica”. C’e’ una direttiva della Presidenza del Consiglio che va nella direzione dell’eliminazione del segreto di Stato, “ora si tratta di lavorare perche’ tutti coloro che hanno dei documenti che sono utili possano fornirli”. “La Commissione antimafia con una delibera di pochi giorni fa, dell’11 aprile ha reso pubblici tutti gli atti che dal 1998 in poi sono stati acquisiti. Sappiamo che ce ne possono essere altri: vanno ricercati e resi pubblici. Bisognera’ far si’ che chi sa di avere, spontaneamente metta a disposizione della conoscenza di tutti questi atti: si puo’ pensare agli archivi di Stato, agli archivi dei singoli ministeri; tutto certamente deve essere fatto con la piena collaborazione e rispondendo alle direttive che ci sono”.

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