Il voto finale sarà oggi in aula alla Camera, poi il testo sulla legittima difesa passerà al Senato, ma i giochi sembrano ormai fatti. Pd e maggioranza hanno raggiunto un accordo su un testo che corregge il disegno di legge in senso ancora più favorevole a chi si difende, ma la soluzione non piace a Lega, Fdi e nemmeno a Forza Italia, che pure ieri mattina pareva orientata a dire sì. Dunque, il quadro sembra ormai delineato, dopo che ieri pomeriggio il comitato dei nove della commissione Giustizia ha bocciato l’emendamento leghista che avrebbe, di fatto, concesso una licenza di sparare senza limiti a chi è in casa e si trova davanti un intruso. In sintesi, sono tre le principali novità che vengono introdotte rispetto al testo attualmente in vigore. La prima è frutto appunto dell’accordo all’interno del Pd e della maggioranza e riguarda l’elenco di situazioni che vengono considerate “legittima difesa”. I centristi di Angelino Alfano avevano detto chiaramente che al Senato, dove sono determinanti, non avrebbero votato il testo senza correzioni. Ma anche Matteo Renzi, la scorsa settimana, aveva invitato a “fare di più”. Pressioni che non erano piaciute a parte del Pd, quella che fa capo ad Andrea Orlando, ma non solo.
Il relatore Davide Ermini, insieme al ministro Anna Finocchiaro e ai membri di maggioranza della commissione Giustizia, ha trovato la quadratura del cerchio, presentata al comitato dei nove: “Si considera legittima difesa la reazione a un’aggressione commessa in tempo di notte, ovvero la reazione a seguito dell’introduzione nei luoghi indicati con violenza alle persone o alle cose, ovvero con minaccia o con inganno”. Un emendamento che diventerà il secondo comma dell’articolo 52 del codice penale. È stato anche definito meglio l’articolo 59, quello che disciplina le attenuanti. In particolare, si è definita meglio la norma che aveva voluto Ermini per prevedere anche di perdonare l’eccesso di legittima difesa frutto di un “errore conseguenza del grave turbamento psichico”. Per evitare che la definizione del “grave turbamento” resti troppo vaga e consegni una eccessiva discrezionalità al giudice, è stato aggiunto quali sono le circostanze che giustificano un tale errore: “Un pericolo attuale per la vita, per l’integrità fisica, per la libertà personale o sessuale”. In questi casi, insomma, se l’aggredito reagisce anche in maniera sproporzionata non verrà punito perché, appunto, si suppone che abbia agito in condizioni di “grave turbamento”.
Infine, resta la norma scritta da Walter Verini, Pd, che prevede di mettere a carico dello Stato le spese legali delle persone accusate di eccesso di legittima difesa e poi assolte. Dal ministero della Giustizia, ha spiegato Gennaro Migliore, sono stati assicurati 295mila euro l’anno a questo scopo. Il punto è che le nuove norme non bastano alla destra. Giorgia Meloni parla di “supercazzola del Pd”, Silvio Berlusconi afferma che “il Pd e le altre forze di maggioranza non hanno saputo o voluto scrivere una legge che rispondesse davvero alle esigenze dei cittadini onesti”. E Massimiliano Fedriga, della Lega, afferma che “è una legge che non tutelerà chi si difende, chi protegge se stesso e i propri familiari”. Il vero motivo di scontro sta in un passaggio della legge sulla legittima difesa che in realtà non viene modificato dal disegno di legge. È al primo comma dell’articolo 52, scritto peraltro proprio dal centrodestra nel 2006: “Non è punibile chi ha commesso il fatto, per esservi stato costretto dalla necessità di difendere un diritto proprio od altrui contro il pericolo attuale di una offesa ingiusta, sempre che la difesa sia proporzionata all’offesa”.
In particolare, sono due i passaggi che non vanno giù al centrodestra: il richiamo alla proporzionalità tra offesa e reazione e la richiesta che il pericolo sia “attuale”. Lo spiega Francesco Sisto, di Fi: “Chi delinque deve sapere che l’aggredito può difendersi con pienezza, senza il timore di subire conseguenze dall’esercizio di tale diritto naturale”. In altre parole, il centrodestra chiede di fatto di eliminare l’eccesso di legittima difesa, chi si difende non dovrebbe mai essere oggetto di indagini. Per arrivare a questo risultato il leghista Nicola Molteni aveva presentato un emendamento in comitato dei nove proprio per stabilire che in caso di legittima difesa per aggressioni compiute di notte o con violenza, la proporzionalità della reazione deve essere sempre data per scontata. Come dire, appunto, che viene meno l’eccesso di legittima difesa. Un concetto respinto dalla maggioranza nel comitato dei nove. Di fatto, anche con le nuove norme, ci sarà sempre la possibilità di essere indagati – e condannati – per eccesso di legittima difesa. “Già ora – spiega Gennaro Migliore – solo il 5% dei reati commessi tra le mura domestiche è legato all’eccesso di legittima difesa. Il resto sono violenze private, violenze contro le donne… In tutto, nel 2015, erano 123 i casi pendenti relativi a presunti eccessi di legittima difesa. E nel 90% dei casi circa si arriva ad un’assoluzione”. Un modo per dire che la normativa funziona già, chi si difende è già tutelato. La vera novità, rivendica Ermini, “è l’aver previsto l’errore per grave turbamento come elemento di non punibilità anche quando si è andati oltre il criterio della proporzionalità tra difesa e offesa. Ma, ovviamente, deve essere un giudice a valutare tutto questo. E non può che essere così”.
COSA PREVEDONO NUOVE NORME
– Confini legittima difesa: viene specificato che si considera legittima difesa la reazione a un’aggressione in casa, in negozio o in ufficio commessa di notte o all’introduzione con violenza, minaccia o inganno. Resta comunque ferma la necessita’ che vi sia proporzione tra difesa e offesa e l’attualita’ del pericolo. Gia’ oggi si presume che vi sia proporzione se la difesa anche con armi riguarda un’aggressione domiciliare che mette in pericolo la propria o l’altrui incolumita’ oppure, ma in questo caso solo quando non vi e’ desistenza e vi e’ pericolo di aggressione, se si difende il proprio patrimonio.
– Turbamento esclude colpa: nella legittima difesa domiciliare e’ sempre esclusa la colpa di chi spara se l’errore, in situazioni di pericolo per la vita e la liberta’ personale o sessuale, e’ conseguenza di un grave turbamento psichico causato dall’aggressore.
– assistenza legale a carico Stato: nel caso in cui sia dichiarata la non punibilita’ per legittima difesa, tutte le spese processuali e i compensi degli avvocati saranno a carico dello Stato. Un onere per l’erario stimato in 295.200 euro a decorrere dal 2017.