Dalla caduta del regime dei talebani nel 2001, a Kabul sono fiorite decine di piccoli saloni di bellezza, oasi dedicate al benessere delle donne, in un mondo in cui il resto delle strade e dei luoghi pubblici sono dominati dagli uomini. “Anche adesso, molti anni dopo la caduta dei talebani, continuiamo ad avere molti problemi. Capita che ci minaccino e dobbiamo stare molto attenti perché non ci deve accadere nessun incidente”, racconta Athena Hashemi, proprietaria di un centro di bellezza. Nel centro della città i saloni occupano intere strade, con le vetrine coperte di immagini con sofisticate acconciature o trucchi per preservare la privacy delle donne all’interno, che qui si godono la libertà di togliersi i burqa che molte di loro sono ancora costrette ad indossare. “E’ un bel posto – dice Farhat, una cliente – è sicuro, affidabile e non ci sono uomini in giro. Ci sentiamo a nostro agio”. Per le frange più conservatrici della società questi piccoli saloni restano un abominio, ma donne come Athena continuano a tenerli aperti combattendo la loro piccola rivoluzione anche a colpi di smalto e ombretto.