Macron già lavora per legislative dell’11 giugno: “Non riposerò sugli allori”

Macron già lavora per legislative dell’11 giugno: “Non riposerò sugli allori”
8 maggio 2017

All’indomani della vittoria schiacciante di Emmanuel Macron alle presidenziali (66,10% contro 33,90% di Le Pen, voti definitivi) la grande incognita dello scenario politico francese, dopo l’esclusione senza precedenti dall’Eliseo di un rappresentante di una delle due grandi famiglie politiche francesi, sarà se il nuovo Capo di stato disporrà o meno di una maggioranza per governare o se invece sarà costretto alla coabitazione. L’appuntamento con le legislative dell’11 e il 18 giugno quindi si rileva fondamentale, data la possibile assenza di una maggioranza nella futura Assemblea Nazionale che corrisponda alla linea politica della Presidenza. Nelle precedenti legislature l’Assemblea solitamente rispecchiava la stessa maggioranza presidenziale, a parte alcune eccezioni che hanno dato vita a periodi di cosiddetta coabitazione (sia con presidenti socialisti e premier neogollisti che al contrario). Il sistema elettorale maggioritario a due turni ha da sempre favorito i partiti principali, escludendo i partiti minori dal parlamento, a meno che non si alleassero con i maggiori. L’estrema destra del Front National, che ha sempre corso da sola e che, alle elezioni del 2012, era presente in 61 collegi elettorali nel secondo turno, è riuscita a far entrare solo due eletti nell’ultimo parlamento. Consapevole di queste difficoltà, già ieri sera davanti ai suoi sotenitori il neo-eletto presidente Emmanuel Macron ha dichiarato “non riposerò sugli allori” e ha chiamato a raccolta coloro che non hanno votato per lui per convinzione ma per necessità, invitando gli elettori a dargli in Parlamento “una maggioranza vera, forte, di cambiamento”.

E già ieri sera Macron ha raccolto le prime risposte positive, come quella dell’ex candidata socialista alle presidenziali Segolene Royal, che ha detto “è arrivato il momento di lavorare assieme”. Per questa ragione anche, Macron ha deciso che i candidati di En Marche! alle legislative saranno scelti solo dopo le presidenziali, per lasciare spazio ad eventuali partner. Macron ha promesso almeno “la metà di nuovi volti” per il parlamento, scelti tra gli oltre “13.000 curricula”, l’altra metà scelti tra “sinistra, centro e destra”. I sondaggi più recenti dicono che il movimento En Marche! potrebbe raccogliere tra il 24% e il 26% dei voti alle legislative, davanti ai Republicains con il 22%, il Front national (21-22%), la sinistra radicale France insoumise di Jean-Luc Mélenchon (13%-15%) e i socialisti con l’8-9%. Un altro sondaggio OpinonWay-SLPV, ipotizza addirittura che Emmanuel Macron, eletto all’Eliseo, potrebbe disporre della maggioranza assoluta all’Assemblea Nazionale. Lo studio – condotto su 535 circoscizioni metropolitane sulle 577 in gioco l’11 e il 18 giugno – rivela che il movimento En Marche! – che nel frattempo dovrebbe aver cambiato nome ed essersi trasformato in partito – potrebbe ottenere tra i 249 e i 286 seggi all’Assemblea nazionale. Se a questi venissero aggiunti quelli, piuttosto probabili, conquistati nelle circoscrizioni d’Oltremare e fra i francesi all’estero, il movimento “né di destra né di sinistra” potrebbe superare la soglia dei 290 seggi, sinonimo di maggioranza assoluta. Sempre secondo questo sondaggio, la destra dei Républicains, pur senza realizzare il sogno della coabitazione, limiterà però i danni dopo la sconfitta alle presidenziali, assicurandosi tra i 200 e i 210 seggi. Il Front National di Marine Le Pen potrebbe riuscire a portare a Palais Bourbon tra i 15 e i 25 deputati, così da formare un gruppo parlamentare. Il grande perdente dello scrutinio sarebbe il Partito socialista, con una forchetta tra i 28 e i 42 deputati. La sinistra radicale di Jean-Luc Mélenchon, nonostante l’importante risultato del primo turno, otterrebbe tra i 6 e gli 8 seggi.

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