Legge elettorale e direzione, è sempre guerra in casa Pd

Legge elettorale e direzione, è sempre guerra in casa Pd
9 maggio 2017

Il neo segretario del Pd Renzi scambia auguri di buon lavoro con Macron e riceve Obama al suo arrivo in Italia. “I progressisti possono battere i populisti”, ribadiscono i renziani dopo la sconfitta di Marine Le Pen. “Macron insegna che non ci sono movimenti invincibili”, sottolinea il vice segretario del Pd e ministro della Poltiche agricole, Maurizio Martina. Le elezioni in Francia vengono interpretate in casa italiana. FI lancia un messaggio alla Lega: “Il voto transalpino e’ la dimostrazione che i candidati estremisti non pagano”, sottolineano fonti azzurre. “Oltre un terzo elettori ha scelto di disfarsi dell’Unione europea”, taglia corto Grillo. “Renzi fara’ la campagna elettorale su di noi”, prevede il pentastellato Di Battista. Sul tavolo c’e’ sempre il tema della legge elettorale. Giovedi’ dovrebbe arrivare il testo base in Commissione, spiegano fonti parlamentari. “Ok al dialogo con il Pd, ma no al premio di coalizione, il Legalicum sia la base della discussione”, afferma Di Maio. “Se il vice presidente della Camera e il M5S fanno sul serio e sono pronti ad assumersi fino in fondo la responsabilita’ di una legge elettorale condivisa, allora – osserva Richetti – e’ possibile costruire in tempi rapidi un terreno di intesa. L’importante e’ che l’impostazione, anche per le liste, conservi un impianto maggioritario e che garantisca governabilita’”. “Allora si apra un dialogo vero”, e’ la controrisposta del Movimento 5 stelle, anche se fonti dem ribadiscono lo scetticismo sull’apertura di un reale confronto con i grillini. E’ possibile inoltre che a meta’ settimana Berlusconi torni a Roma proprio per cominciare a discutere con i suoi sulla partita relativa alle regole del voto.

“E’ Renzi che ha i numeri, e’ lui che deve fare una proposta”, e’ il ‘refrain’ che filtra dal quartier generale di Arcore. Intanto Orlando torna ad avvertire l’ex premier: “Andare al voto con l’attuale legge elettorale, senza coalizioni, con una polarizzazione tra Pd e M5S e sperando di prendere il 40 per cento a mio avviso e’ un azzardo”. “Cosi’ si rischia davvero di far vincere Grillo”, dice il ministro della Giustizia mentre Gasparri, dopo le affermazioni di Renzi di ieri (“Il Pd non puo’ fare da capro espiatorio”) accusa i dem di voler minacciare Mattarella per cercare la strada delle elezioni anticipate. Renzi pero’ ha ribadito che il governo non rischia, l’esecutivo verra’ ‘marcato’ stretto dai gruppi parlamentari (giovedi’ e’ prevista la prima riunione alla quale parteciperanno, tra gli altri, Anna Finocchiaro e Maria Elena Boschi). “Partito e governo debbono essere uniti assolutamente altrimenti l’indebolimento sia del partito che del governo sara’ sicuro”, fa notare Prodi intervistato da Sky tg24. Ma a meno di quarant’otto ore dall’assemblea del Pd le polemiche sono legate alla composizione della nuova direzione: Cuperlo alla fine ha deciso di sfilarsi; “trovo intollerabile che sia fuori”, attacca la deputata del Pd Ileana Argentin. “La scelta di tenere fuori Cuperlo non c’entra nulla con noi, e’ una cosa che non sta ne’ in cielo ne’ in terra”, dicono i renziani mentre gli orlandiani che si sono in gran parte schierati contro la conferma di Orfini alla presidenza di Largo del Nazareno chiedono che ci sia condivisione nella gestione del partito. “Non faremo il controcanto ma Renzi non ripeta gli errori del referendum”, spiegano i sostenitori del responsabile di via Arenula. Piu’ ‘aperturisti’ i parlamentari che fanno riferimento a Emiliano. “L’apertura di Renzi sulla possibilita’ di celebrare nel prossimo autunno una conferenza programmatica del Pd, prima di presentare il programma elettorale al paese, e’ da valorizzare senza esitazioni”, e’ il parere di Ginefra.

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