Il presidente colombiano Juan Manuel Santos ha simbolicamente lanciato il piano per sostituire le piantagioni di coca, previsto dall’accordo di pace sottoscritto lo scorso novembre con i guerriglieri delle Farc per mettere fine a oltre mezzo secolo di conflitto armato. “Per la prima volta, la Colombia (…) il più grande produttore ed esportatore di cocaina da 30-40 anni, lancia un piano che offre una soluzione ai coltivatori di coca perchè la sostituiscono con prodotti legali”, ha detto Santos da Peublo Nuevo, frazione del comune di Briceño situato sulla cordigliera delle Ande, a circa 10 ore di strada dissestata da Medellin, nel Nord-Ovest. “La pace ci permetterà di offrire una soluzione definitiva, strutturale, a lungo termine a queste famiglie”, ha detto il presidente che, davanti a una trentina di contadini con le loro famiglie, ha simbolicamente sradicato una pianta di coca, sostituendola con un banano. Il programma coinvolge 83.790 famiglie, stando ai dati del governo, e fa parte dell’accordo firmato con le Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia (Farc), che hanno ammesso di aver finanziato la loro lotta con il traffico di droga. Uno dei leader della guerriglia, Pastor Alape, era presente a Pueblo Nuevo. Il piano di sostituzione, avviato in questi giorni anche nei dipartimenti di Meta (Nord-Est) e Caqueta (Sud), mira a sradicare 50.000 ettari di coca in un anno, offrendo il pagamento di un sussidio mensile di un milione di pesos (circa 330 dollari) agli agricoltori che si impegnano ad abbandonare la coca per altre colture. “E un milione di pesos è solo l’inizio”, ha detto Pastor Alape, sostenendo la necessità di “legalizzare la terra in modo che gli agricoltori possano avere accesso al credito” e “che i prodotti possano essere commercializzati”. La Colombia, con 96.000 ettari di piantagioni, è il primo produttore mondiale di foglie di coca e leader nella produzione di cocaina con 646 tonnellate nel 2015, secondo le Nazioni Unite.
