Il totale “degli accordi siglati” a Riad per la “fornitura di armi statunitensi ai sauditi supera i 380 miliardi di dollari”. Il ministro degli Esteri saudita Adel al-Jubeir (foto) lo annuncia a chiare lettere con accanto a se l’omologo americano, Rex Tillerson (foto sx) che a sorpresa ha sostenuto, per ingraziarsi gli ospiti all’indomani della riconferma del presidente iraniano Hassan Rohani, come queste armi serviranno a Riad per contrastare “la maligna influenza” di Teheran. L’Arabia Saudita, patria del wahabismo (l’interpretazione piu’ rigida dell’Islam sunnita) considera l’Iran, culla dello sciismo, il suo nemico numero 1. Riad che, nel 1980 finanzio’, tra gli altri, l’Iraq di Saddam Hussein negli 8 anni di guerra contro l’Iran, e’ ora di fatto in guerra per procura con Teheran sia in Siria, dove ha finanziato molti gruppi anti-Assad (alauita, setta sciita, e alleato dell’Iran) che in Yemen, dove i sauditi guidano una colazione sunnita contro gli houthi, ribelli sciiti sostenuti da Teheran. Da parte sua Tillerson, che a differenza del collega saudita, ha indicato in 110 miliardi e non 380 il valore degli accordi per la vendita di sistemi d’arma Usa a Riad, ha spiegato che “il pacchetto di equipaggiamenti difensivi (armi) ed i servizi (collegati) sosterranno nel lungo termine la sicurezza dell’Arabia Saudita e dell’intera regione del Golfo (Persico secondo gli iraniani e Arabico secondo le petromonarchie sunnite sull’altro lato del braccio di mare)”. Tillerson ha con le sue parole inviato un duplice chiaro messaggio politico, rassicurante a Riad ed ai loro alleati e minaccioso a Teheran: le armi serviranno a proteggere la sicurezza saudita “in particolare contro la maligna influenza iraniana e dalle minacce collegate all’Iran che (assediano) l’Arabia Saudita ai suoi confini su tutti i fronti”. Riferimento sia all’opposizione interna sciita nella regione nord-orientale saudita, che a sud in Yemen, che ad est dove le coste iraniane sono a soli 190 km da quelle saudite.