Già nel corso del summit a Taormina gli attriti tra la Angela Merkel e Donald Trump si erano palesati, portando entrambi a disertare il briefing finale. E ieri è venuta allo scoperto. L’Europa “deve prendere il proprio destino nelle sue mani”, deve “lottare”, perché “i giorni in cui potevamo fare pieno affidamento gli uni sugli altri stanno finendo”, riferendosi agli Usa e Regno Unito. L’ho sperimentato negli ultimi giorni”. La cancelliera avverte i l’Ue a meno di quarantott’ore dal G7 dal quale sembra uscirne vittorioso soltanto il presidente degli Stati Uniti. Proprio ieri la Frankfurter Allgemeine Zeitung ha riferito di un “piano ambizioso” della cancelliera per avere un’Unione europea politicamente ed economicamente più forte e indipendente. Un piano basato su tre pilastri: la questione dei profughi, con la conseguente stabilizzazione della Libia; una politica di difesa comune più indipendente, con il via libera al ministro della Difesa Ursula von der Leyen di sostenere una maggiore cooperazione tra gli eserciti europei; e infine il futuro dell’Unione economica e monetaria. La Merkel, d’altronde, non aveva nascosto alla fine del G7 i “molto difficili, per non dire insoddisfacenti” i risultati dei colloqui tenuti da “sei contro uno”, ossia il presidente americano Donald Trump. Insomma, la leader tedesca ha ribadito che, con il magnate al potere, l’Europa deve tirare avanti per la sua strada, anche a costo di entrare in contrasto con gli Stati Uniti. Ma per far ciò “occorre una maggiore coesione”.
