Draghi rassicura su stimoli e accende faro su banche ombra: serve cambiare Trattati

Draghi rassicura su stimoli e accende faro su banche ombra: serve cambiare Trattati
Mario Draghi
30 maggio 2017

Audizione a tutto campo del presidente della Bce, Mario Draghi al Parlamento europeo. Sulla politica monetaria innanzitutto, a poco più di una settimana da un Consiglio direttivo – il 7 e l’8 giugno in trasferta a Tallin – da cui sono attesi sviluppi di rilievo. La ripresa e le prospettive economiche dell’area euro “stanno migliorando” e i rischi “stanno diminuendo”, ha detto il capo della politica monetaria comune. Tuttavia “restiamo saldamente convinti che continui ad essere necessario uno straordinario ammontare di stimolo monetario” allo scopo di favorire una normalizzazione dell’inflazione. Le pressioni interne sui costi, in particolare dai salari, restano insufficienti. E vista la dinamica sotto tono “è veramente molto, molto presto per farci dire che cambieremo la linea di politica monetaria”, ha puntualizzato Draghi, pur ribadendo che al prossimo direttorio ci saranno le nuove previsioni dei tecnici della Bce e nuove valutazioni sui rischi. Il secondo grande tema dell’audizione è nel messaggio politico che Draghi ha voluto lanciare sulla costruzione europea.

Soprattutto nell’area euro “è giunto il momento di chiederci” se la convergenza basata su regole comuni, piuttosto che su istituzioni comuni, sia ancora appropriata. “La nostra unione è andata molto vicina a situazioni critiche ed è naturale porsi domande. Serve un percorso che ci porti più alla costruzione di istituzioni che allo stabilire regole”, ha proseguito. “Dobbiamo iniziare a pensare senza aver paura di cambiare, in particolare – ha affermato il capo della Bce – senza aver paura di cambiare i Trattati”. E questo significa anche ipotizzare un bilancio europeo autonomo e un rafforzamento del ruolo della Commissione. Il terzo capitolo affrontato nel dibattito con gli europarlamentari è stato quello della stabilità, in cui Draghi interveniva in qualità di presidente dello European Systemic Risk Board. Con due questioni chiave: primo il “sistema bancario ombra” – quello costituito da fondi di investimento e altre istituzioni finanziarie ma escluse banche, assicurazioni e fondi pensione – che è cresciuto fino a raggiungere più di un terzo dell’intero settore finanziario in Europa. Vale infatti il 38 per cento del totale, secondo un rapporto stilato dallo Esrb.

“Deve essere monitorato data la sua potenziale capacità di agire come canale di contagio nelle fasi di tensione finanziaria”. Peraltro dal rapporto sul settore appena completato emerge che il 60 per cento dell’esposizione delle banche europee verso il sistema bancario ombra è verso entità esterne all’Unione europea, in particolare banche ombra statunitensi. L’altro argomento chiave sulla stabilità è la cybersicurezza. Qui da Draghi è arrivato un pieno sostegno all’idea di effettuare stress test sulle difese nelle banche. Simulazioni simili vengano già effettuate dalla Banca d’Inghilterra. “Ci muoveremo certamente – ha detto -. La cybersicurezza merita la massima attenzione e c’è consapevolezza che ha la massima priorità. Lo si è visto all’ultimo G7 delle Finanze a Bari”. Infine, pur cercando di tenersi a distanza dal tema elezioni in Italia, in base al proprio ruolo tecnico istituzionale, Draghi si è visto rivolgere domande sulla questione vista la recente nuova ipotesi di consultazioni anticipate, che arriverebbero mentre la Bce potrebbe apprestarsi a ridurre i suoi stimoli monetari. E soprattutto a ridurre i suoi acquisti calmieranti di titoli di Stato. “Non ho grandi commenti da fare, le democrazie esistono dappertutto e ci sono elezioni dappertutto. E’ difficile dare un giudizio, non sono certamente io – ha aggiunto – quello che può dare il giudizio migliore sulla data delle elezioni”.

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