Giustizia, la riforma in 12 punti

1 luglio 2014

Il premier Matteo Renzi presenta il suo programma di “rivoluzione” della giustizia partendo da 12 punti. Riduzione dei tempi e dimezzamento dell’arretrato nella giustizia civile, riforma del csm, falso in bilancio e autoriciclaggio contro la criminalità economica, accelerazione del processo penale e riforma della prescrizione, revisione delle intercettazioni bilanciando diritto all’informazione e tutela della privacy. Sono solo alcuni. A margine del Consiglio dei ministri (iniziato con un minuto di silenzio per i tre ragazzi uccisi in Israele) lo stesso Renzi con il ministro Andrea Orlando ha spiegato i contenuti della riforma. “La scommessa è discuterne per due mesi” esordisce il presidente del Consiglio. E l’obiettivo è un cambiamento radicale nei tempi, soprattutto per quanto riguarda il processo civile. La strada è passare dai tribunali pieni di scartoffie alla rivoluzione tecnologica”, ha affermato il premier.

E l’obiettivo, al termine dei mille giorni delle riforme è “il processo civile in un anno per il primo grado”, per dimezzare l’arretrato della giustizia civile. “Oggi ci sono 5 milioni e duecentomila processi pendenti una roba pazzesca. Avremmo potuto essere qui per dare il primo click a mezzanotte per il via al processo civile telematico. Lo facciamo ora: da mezzanotte parte il processo civile telematico, parte formalmente la riforma”. Questo, ha aggiunto Renzi, “segna un addio. La nostra scommessa è che si possa discutere di giustizia in modo non ideologico”. Questo punto si collega al sistema disciplinare per i magistrati, finora affidato ad un’apposita sezione del Csm. La posizione del governo è “chi giudica non nomina, chi nomina non giudica.

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“Se il magistrato sbaglia – ha spiegato Renzi – è giusto che abbia una responsabilità civile diretta sul modello europeo. Non siamo contrari alle correnti nella magistratura -ha ribadito- ma siamo contrari alle carriere basate sull’appartenenza alle correnti”. Il governo riformerà anche il Csm, ma dopo le elezioni che porteranno al rinnovo delle cariche. Sulle carriere dei magistrati Renzi è chiaro. “Vogliamo che un giudice faccia carriera, diventi capo della procura o dell’ufficio, non perché fa parte di questa o quella corrente. Ci inchiniamo alla indipendenza della magistratura, che è un principio sa-cro-san-to. All’indipendenza della magistratura, non alla magistratura.

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