M5s e franchi tiratori affossano il patto. Pd: legge elettorale è morta

M5s e franchi tiratori affossano il patto. Pd: legge elettorale è morta
Il tabellone elettronico della Camera dei deputati
8 giugno 2017

Crolla il patto a quattro tra Pd, M5s, Forza Italia e Lega sulla legge elettorale: passano in aula alla Camera per 14 voti due emendamenti identici di Riccardo Fraccaro (M5s) e Michela Biancofiore (Fi), due emendamenti riguardanti la circoscrizione Trentino Alto Agide/Sudtirol che avevano il parere contrario della Commissione. Passano con il voto favorevole dei pentastellati, dichiarato davanti all’assemblea, e grazie all’azione di 59 franchi tiratori. “La legge elettorale è morta e l’hanno uccisa i 5 Stelle”, dichiara il relatore Emanuele Fiano (Pd). In realtà, alla larghissima maggioranza dell’accordo sul sistema italo-tedesco che oggi in aula poteva contare su 397 deputati (46 di Fi, 18 Lega, 246 Pd, 82 M5s e 5 delle minoranze linguistiche), non sono mancati soltanto i voti dei 5 stelle – previsti anche perché firmatari della proposta di modifica ‘incriminata’ – ma anche quelli di altri gruppi: tolti gli 82 pentastellati presenti alla votazione, i no all’emendamento sarebbero dovuti essere 315. Si sono fermati a 256, contro 270 sì. La votazione viene accompagnata da un boato e il capogruppo del Pd Ettore Rosato va su tutte le furie: “Oggi il movimento 5 stelle ha dimostrato cosa vale la loro parola: non vale nulla”, dice intervenendo in aula e chiedendo “di sospendere la seduta e verificare se ci sono le condizioni per proseguire con la legge elettorale o se questa debba essere rimandata in commissione”.

La sospensione viene accordata dopo un voto dell’assemblea cui i 5 stelle si dicono contrari: “Per noi è incomprensibile. Non ha alcun senso, è stato votato un emendamento che applica la legge e tutta la nazione anche al Trentino. Di cosa parliamo? M5s va avanti compatto su ciò che ha detto in Commissione, lo abbiamo dimostrato ieri e oggi”, sostiene il capogruppo M5s Roberto Fico. Ma per il Pd non ci sono più le condizioni per andare avanti: “È evidente che l’operazione era far fallire la legge elettorale, tanto più che in commissione avevano votato contro questo emendamento – dice Rosato – hanno usato un espediente, ne prendiamo atto ma bastava dirlo subito e ci saremmo risparmiati un sacco di tempo”. Mentre il Pd punta il dito contro M5s, questi replicano di guardare ai franchi tiratori in casa propria. “Il Pd si sbriciola sul voto segreto”, dice Danilo Toninelli e nelle accuse incrociate monta anche il caso del tabellone dell’aula della Camera che mostra le votazioni elettroniche e che “per un disguido” secondo quanto detto dalla presidente della Camera, Laura Boldrini, ha per qualche secondo mostrato chi votava come nonostante la votazione fosse segreta. Fiano pubblica il fermo immagine di quel tabellone su twitter e sentenzia: “I 5 stelle fanno fallire la legge elettorale. Per pochi secondi il voto è stato palese, loro hanno votato a favore questa è la prova”. Ma quella foto non basta a giustificare l’approvazione dell’emendamento sul Trentino. Perché se i voti fossero rimasti quelli della foto l’emendamento sarebbe stato bocciato. Il sottosegretario alla Giustizia, Gennaro Migliore, precisissimo, si prende la briga di contare tutti i pallini rossi e spiega: “Sono 254. La votazione si è chiusa con 256 no. Quindi quando il voto è diventato realmente segreto non è cambiato molto tra i contrari. Sono aumentati i sì”.

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