Il premier uscente Theresa May va spedita nella formazione del nuovo governo. Il primo ministro ha già confermato cinque ministri chiave: Philip Hammond, come cancelliere, Boris Johnson (foto) agli esteri, agli interni Amber Rudd, Michael Fallon alla difesa e David Davis come ministro per la ‘Brexit’. Ieri, dopo aver incontrato la Regina Elisabetta e preso atto di non avere più ma maggioranza in parlamento, la premier britannica ha annunciato che formerà un nuovo governo per “fornire certezza” al Paese, formato dall’alleanza del suo partito conservatore con gli unionisti nordirlandesi del Dup. La May ha detto che il nuovo esecutivo porterà la Gran Bretagna fuori dalla Ue nei tempi previsti e ha promesso di costruire un paese in cui nessuno verrà lasciato indietro. In sostanza, “ciò di cui il Paese ha più bisogno è certezza” e solo l’alleanza tra Conservatori e unionisti la può garantire, ha aggiunto. I due partiti lavoreranno insieme dopo aver “beneficiato di un forte rapporto per molti anni”, ha ribadito May.
Sull’altro fronte, il buon risultato del partito laburista di Jeremy Corbyn alle elezioni dà speranze anche alla sinistra americana. Bernie Sanders, che ha seguito dagli Stati Uniti il voto, ha subito commentato: “Il risultato mostra che le persone sono stanche dell’1%”. In una email al Washington Post, Sanders ha detto che “in tutto il mondo i cittadini si stanno alzando per combattere contro l’austerità e l’enorme ineguaglianza nella distribuzione della ricchezza”. Ma Sanders non è da solo. Per tutta la sinistra americana il buono ma inatteso risultato di Corbyn rappresenta una prima vendetta, dopo la vittoria di Donald Trump. “I paralleli con Sanders sono ovvi”, ha detto David Axelrod, ex stratega di Barack Obama che ha lavorato nel 2015 alla campagna elettorale del partito laburista. “Abbiamo visto un aumento del voto dei giovani, in risposta a una agenda molto progressista”, continua Axelrod. Inoltre, in comune con Sanders c’è la capacità di coinvolgere nuovi elettori, che non votavano da tempo e ancora lo scontro con l’establishment del partito. “Il suo partito ha cercato di cacciarlo”, ha detto Sanders in riferimento a Corbyn. Anche se il partito laburista non è riuscito ad ottenere la maggioranza, il risultato segnala quanto da tempo dicono sia Corbyn che Sanders: la terza via, quella indicata a metà degli anni ’90 da Tony Blair, non ha dato le risposte che i cittadini si attendevano.