Chiusa via dei Balcani, migranti in Europa dall’Italia

Chiusa via dei Balcani, migranti in Europa dall’Italia
13 giugno 2017

Con la rotta tra la Turchia e la Grecia praticamente chiusa, il sogno dei migranti di raggiungere l’Europa passa sempre più per la Libia, il Mediterraneo e l’Italia. E’ aumentato di almeno il 40% rispetto al 2016 il flusso migratorio che dall’Africa – soprattutto quella Occidentale – punta verso l’Europa, attraverso il Mediterraneo e il nostro Paese. Secondo i dati in possesso di Frontex, l’Agenzia europea per la gestione della cooperazione internazionale alle frontiere esterne degli Stati membri dell’Ue, per i trafficanti di esseri umani si tratta di un business da svariati miliardi di euro: tra i 4,7 e i 5,7 miliardi solo 2015, ha precisato il capo di Frontex, Fabrice Leggeri, che ha fatto il quadro della situazione in un’intervista all’Afp.

CHI SONO I MIGRANTI

In Grecia arrivano ormai solo “80 o 100 persone ogni giorno”, a fronte dei circa “2.500 arrivi giornalieri” prima dell’accordo con la Turchia, ha sottolineato Leggeri. Tra coloro che arrivano dall’Africa attraverso il Mediterraneo centrale e la Libia, invece, il numero è aumentato di oltre il 40 per cento. La maggior parte di questi migranti proviene dall’Africa occidentale: si tratta soprattutto di senegalesi, guineani e nigeriani. Nel 2016 sono stati in totale circa 180.000. Secondo Frontex sono soprattutto migranti economici, molti giovani, ma anche famiglie e donne. Le donne nigeriane, in particolare, sono spesso sfruttate come prostitute in Europa. “Non sono i più poveri a lasciare, perché devono essere in grado di pagare i contrabbandieri”, ha sottolineato Leggeri. Secondo l’Organizzazione internazionale per la Migrazione (Oim), su oltre un milione di persone che hanno raggiunto l’Europa nel 2015, 850.000 hanno raggiunto la Grecia attraverso il Mar Egeo. Più della metà proveniva dalla Siria e gran parte del resto da Afghanistan e Iraq. A seguito dell’accordo tra l’Unione europea e la Turchia nel marzo 2016, il numero totale degli arrivi in Europa attraverso questa stessa rotta è sceso a circa 363.000. Contemporaneamente è però salito il numero di migranti atrrivati in Ue dall’Africa, attraverso il Mediterraneo. A metà aprile 2017, “circa 36.000 migranti sono arrivati in Italia da inizio anno, un aumento del 43% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno”, secondo Frontex.

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CHI SONO I TRAFFICANTI

Nella fase iniziale del loro viaggio attraverso il Sahara, i migranti sono trasportati dai nomadi Tuareg o Tebu, per i quali il traffico di esseri umani è una tradizionale attività commerciale, ha spiegato Leggeri. Tuttavia, l’attraversamento del Mediterraneo è gestito da reti criminali, grandi e piccole, non solo da contrabbandieri. Nella parte inferiore della scala si trovano piccoli trafficanti, talvolta i migranti stessi, che per pagarsi la traversata diventano capitani dei barconi sovraccarichi di persone. Poi ci sono gli intermediari, che raccolgono i soldi e organizzano il viaggio, ma che non vanno a bordo. I loro responsbaili sono i capi della rete che “probabilmente includono persone che in passato hanno lavorato nella polizia” in Libia, ha precisato Leggeri.

IL GIRO D’AFFARI DEI TRAFFICANTI

Difficuile fare una stima, ma secondo un recente rapporto dell’agenzia europea Europol, le bande che contrabbandano i migranti verso o all’interno dell’Europa hanno raggiunto il livello di 4,7/5,7 miliardi di euro nel 2015. Questi profitti sarebbero scesi di quasi due miliardi di euro l’anno scorso. I maggiori trafficanti utilizzano i soldi guadagnati per intraprendere altre attività criminali che richiedono un investimento iniziale: “traffico di droga, traffico di armi o anche il finanziamento del terrorismo, non possiamo escluderlo”, ha detto Leggeri. I fondi vengono talvolta spostati tramite il servizio di trasferimento di denaro Western Union, specialmente in Africa occidentale. In Africa orientale, i trafficanti utilizzano più spesso “hawala”, un sistema informale di pagamento basato sulla fiducia che è molto più difficile da tracciare rispetto ai trasferimenti bancari.

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QUALI SONO LE ROTTE PRINCIPALI

I migranti dall’Africa occidentale cominciano prendendo l’autobus, ha detto Leggeri. Il territorio della Comunità economica degli Stati dell’Africa Occidentale (Ecowas) è simile alla zona Schengen senza visti, in quanto gli individui possono viaggiare liberamente all’interno di essa per un costo modesto di circa 20 euro. Una volta che i migranti arrivano a Niamey, capitale del Niger, inizia l’attività illegale e devono sborsare fino a 150 euro ciascuno per raggiungere il Nord del Paese e il confine con la Libia. Poi è la volta dell’attarversamento in mare, che può costare fino a 1.000 euro, a seconda della barca. Ad esempio, si possono pagare 300 euro per un posto su un gommone, ma questo tipo di percorso è particolarmente rischioso. La rotta dell’Africa orientale, che ha la sua origine nel Corno d’Africa e viene seguita soprattutto da eritrei, somali ed etiopi, è più costosa. Il viaggio è organizzato da bande criminali nazionali che lavorano insieme, per cui una rete sudanese, ad esempio, consegnerà i suoi clienti ad una rete libica al confine. “In questo caso, la tassa da pagare può arrivare fino a 3.000 euro, e copre dal Corno d’Africa all’Italia”, ha spiegato Leggeri.

COME VIENE AFFRONTATO IL PROBLEMA

Il punto di svolta è avvenuto nel 2015, quando la crisi migratoria ha colpito la Grecia ed ha portato al rafforzamento di Frontex. “All’inizio del 2015 siamo stati in grado di dispiegare da 300 a 350 guardie di frontiera in un determinato momento. Oggi siamo in grado di disporre da 1.300 a 1.400 guardie di frontiera distribuite in diversi settori”, ha detto Leggeri. Nel 2016 l’Europa ha istituito un pool di reazione rapida di 1.500 guardie di frontiera che possono essere schierate entro cinque giorni lavorativi, se necessario. Allo stesso tempo, Frontex sta cercando di lavorare a monte per fermare il flusso migratorio prima di raggiungere il Mediterraneo. L’agenzia ha recentemente aperto un ufficio a Niamey per rafforzare la sua collaborazione con le autorità del Niger. Paradossalmente, il salvataggio in mare incoraggia la migrazione e, allo stesso tempo, il guadagno dei contrabbandieri che caricano le loro barche con sempre più persone, assicurando ai migranti che, una volta usciti dalle acque libiche, verranno soccorsi. “Non ci sono mai state così tante navi che pattugliano il Mediterraneo come nel 2016 … purtroppo non ci sono mai stati così tanti morti, 4.000 decessi, secondo l’Oim”, ha sottolineato Leggeri, che ha avvertito: il paradiso promesso “è una menzogna”. “Morirete nel Mediterraneo, oppure arriverete in Europa in condizioni estremamente deplorevoli: non è l’El Dorado che i contrabbandieri descrivono”, ha insistito Leggeri, rivolgendosi indirettamente ai migranti. “Inoltre, l’Ue sta rafforzando una politica di rimpatrio. Dunque ciò che accade è che i migranti perdono i loro risparmi per pagare i contrabbandieri e alla fine del loro viaggio c’è un aereo che li riporta nel loro paese d’origine”.

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PROSPETTIVE DI LUNGO TERMINE

Anche se la grande crisi migratoria che ha colpito le isole greche sembra finita, la pressione dei migranti ai confini dell’Europa non mostra segni di arretramento. L’instabilità geopolitica, come il conflitto in Siria o il caos in Libia e in Iraq, continuerà a spingere i richiedenti asilo in Europa. Altri verranno a causa della povertà o per motivi demografici. Fino a quando i paesi di origine non saranno in grado di offrire ai propri residenti una qualità di vita adeguata e prospettive adeguate, “uomini e donne si muoveranno, come hanno sempre fatto nella storia dell’umanità”, ha concluso Leggeri.

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