La protesta della Lega contro lo Ius soli era stata anche annunciata dall’ufficio stampa del Carroccio, ma che la discussione generale sul provvedimento in Senato degenerasse nello scontro fisico era difficilmente prevedibile. Eppure il dibattito sulla legge che vuole facilitare il percorso per la cittadinanza italiana ai figli di immigrati nati in Italia o che in Italia hanno frequentato le scuole, si è trasformato in una rissa, con i senatori del Carroccio che hanno provato ad occupare i banchi del governo. A farne le spese, la ministra dell’Istruzione Valeria Fedeli, che è dovuta ricorrere all’infermeria per una contusione. “Se questo sara’ l’atteggiamento dell’opposizione, il Pd dovra’ chiedere al governo di mettere la fiducia alla legge sul Ius soli”, dice il presidente del Pd Matteo Orfini che sottolinea “condanna piu’ ferma per i comportamenti squadristi della Lega e di chi, fuori dal Palazzo, come Casapound, ha provato a far saltare la legge in Senato con modalita’ diverse, ma che traggono ispirazione dagli stessi punti di riferimento”.
Orfini ricorda che “la Lega ha presentato decine di migliaia di emendamenti su un provvedimento che e’ una norma di civilta’ che dice semplicemente che se uno e’ figlio di immigrati nato in Italia deve avere gli stessi diritti di mia figlia. E’ chiaro che un tale atteggiamento aggressivo e un ostruzionismo strumentale di questo livello puo’ essere superato solo attraverso il voto di fiducia”. Le premesse per un clima incandescente c’erano tutte. In mattinata, fuori dal Senato, la manifestazione di CasaPound e quella di Forza Nuova, con 64 denunciati. Poi la mole di emendamenti, qualche migliaio, presentati a fini ostruzionistici dalla Lega. Mossa cui il Pd ha reagito chiedendo e ottenendo di incardinare subito in aula il provvedimento. Ed è subito dopo il voto sull’inversione dell’ordine del giorno che è scattata la protesta della Lega: i classici fogli A4 con la scritta “No Ius soli”, ma anche il tentativo di occupare i banchi del governo. Pronta la reazione degli assistenti parlamentari che a fatica hanno riportato l’ordine in Aula. Finendo però nel mirino di Salvini, che nei momenti di massima tensione twittava: “I senatori della Lega in aula stanno facendo di tutto, occupando i banchi del governo, facendosi espellere e malmenare dai commessi, per bloccare la folle legge voluta dal Pd, in base alla quale per il solo fatto di essere nati qui automaticamente si diventa cittadini italiani”.
Una legge che il leader leghista giudica semplicemente “folle”. In prima linea il capogruppo leghista Gianmarco Centinaio, che alla fine si farà vedere in buvette con il ghiaccio su una mano dolorante: “Diciamo che sono stato l’ultimo ad essere portato via, di viva forza. E’ stato un po’ come Fort Alamo, ho resistito fino alla fine…”, rivendica con i giornalisti. In infermeria finisce anche la ministra Fedeli, che invece i banchi del governo occupava legittimamente. Per lei una contusione al gomito, ma nulla di grave: “Sto bene, grazie a tutte e a tutti. Non saranno i tentativi di sopraffazione a fermare una battaglia di civiltà come lo ius soli”, twitterà per rassicurare, dopo aver ricevuto la solidarietà di Matteo Renzi. La discussione riprenderà solo martedì, ma il dialogo tra gli schieramenti contrapposti sembra impossibile. Per i favorevoli si tratta di una legge “di civiltà”, per i contrari di una “sanatoria indiscriminata” per i migranti. Da un lato il Pd e la maggioranza, con il sostegno anche di Sinistra Italiana. Dall’altro lato l’opposizione durissima di Lega, Forza Italia, Fratelli d’Italia. E l’astensione confermata dal MoVimento Cinque Stelle, che in Senato vale come voto contrario.